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"Hamilton non capisce e parla a monosillabi": l'ingegnere rivela i problemi in Ferrari

Luca Baldisserri dice la sua in merito alle difficoltà di adattamento del pilota inglese alla scuderia di Maranello: tutti i dettagli

MARANELLO - Cresce l'attesa per il Gran Premio dell'Arabia Saudita, quinto appuntamento del Mondiale di Formula 1 (gara in programma domenica 20 aprile, alle 20 italiane) ma a tenere banco, in casa Ferrari, è il rendimento e l'adattamento - fin qui deludente - di Lewis Hamilton. Una situazione complessa in merito alla quale si è espresso anche Luca Baldisserri, ex ingegnere di pista di Michael Schumacher e 'ferrarista' dal 1989 al 2015.

Baldisserri: "Hamilton si lamenta del sistema frenante? Non credo a certe cose..."

Intervenuto ai microfoni di 'FormulaCritica.it', il 62enne ingegnere bolognese ha detto la sua soprattutto sul tema relativo all'adattamento del pilota inglese al sistema frenante Brembo utilizzato dalla Ferrari dopo aver usato, negli ultimi 15 anni, impianti frenanti Carbon Industrie in McLaren prima e in Mercedes poi: "Io a certe cose non ci credo. Quelle sul freno motore sono delle scuse. Hamilton ha visto che la macchina è quello che è e che il suo compagno riesce a spingerla più al limite di quanto riesca a fare lui, a quel punto è inevitabile che si punti il dito contro di lui e quindi ha tirato fuori queste giustificazioni dicendo ‘non riesco ad adattarmi a questa gestione della frenata'".

"Hamilton e l'adattamento in Ferrari? Non so se sia stata fatta una cosa..."

Quanto all'adattamento di Hamilton alla scuderia di Maranello, Baldisserri non ha dubbi: "Quando un pilota del calibro di Hamilton cambia team, è chiaro che il nuovo team cerca di capire quello che il pilota aveva a disposizione nel team precedente. Quando Michael (Schumacher, ndr) è arrivato da noi in Ferrari nel 1996 è chiaro che lo abbiamo interrogato su qual era il suo stile di guida e su qual era il suo concetto di vettura. In questo caso non so se sia stato fatto. Anzi, apparentemente sembra non sia stato fatto perché se un pilota alla quarta gara dice che non riesce ad adattarsi alla vettura viene da chiedersi inevitabilmente: fino ad adesso cosa hanno fatto?", si domanda il 62enne ingegnere.

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