Il centro sportivo della Longarina, dove ha sede la Totti Soccer School, è tornato saldamente nella mani di Francesco e della sua famiglia. A raccontare come sono andate le cose, dopo che la famiglia Blasi, a cui era stato dato in gestione il centro fino al 30 giugno, aveva messo i sigilli (salvo poi toglierli negli ultimi giorni dopo un accordo tra le parti) è stato Riccardo Totti, fratello maggiore di Francesco e presidente della società.
Totti, Ilary e la scuola calcio: tutta la verità
In una lunga intervista video a "Gazzetta Regionale", Riccardo Totti si racconta a cuore aperto per oltre 9 minuti: "Ci sono state troppe chiacchiere, ci hanno buttato fango addosso, ma la miglior soddisfazione è stata questa, rientrare a casa nostra. Noi sapevamo come stavano davvero le cose, sono 20 anni che siamo qui e siamo tornati più forti che mai". Ma cosa è successo davvero? Riccardo Totti, senza mai citare direttamente Ilary Blasi e la sua famiglia, spiega: "Francesco aveva un contenzioso con la vecchia gestione e quindi hanno chiuso i cancelli di loro iniziativa. Poi abbiamo trovato un accordo. Mio fratello gli aveva fatto causa ma prima che partisse abbiamo trovato una soluzione per tornare a casa nostra. Quello che ci ha fatto rimanere male, tra le altre cose - aggiunge Riccardo Totti - è stato non poter fare il torneo dedicato a nostro padre, ma cercheremo di organizzarlo per i primi di settembre". Quel che è certo è che Francesco Totti, adesso che la sua famiglia è tornata in possesso del centro sportivo, sarà sempre più presente: "Sì - garantisce Riccardo -. Prima quando giocava aveva "solo" quell'impegno lì, ora ha i ragazzi che gestisce, il padel e la pubblicità, ma cercando di incastrare tutto sappiamo che lui c'è sempre e lo sfrutteremo il più possibile". A "Gazzetta Regionale", infine, Riccardo Totti dice anche qual è la più grande soddisfazione: "I ragazzi vengono qui in primis a divertirsi, poi siamo felici che quest'anno uno sia stato preso dalla Roma, un altro dalla Lazio e un altro ancora dal Frosinone. Ma siamo felici soprattutto per i ragazzi speciali dei nostri percorsi integrati: prima correvano solo intorno al pallone, ora fanno le partite. Avevano preso male la chiusura del centro, ora sono contentissimi all'idea di essere tornati perché questa è anche casa loro".