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E’ festa anche per i gatti di Roma

Curiosità e leggende inseguono i felini che popolano la Capitale che oggi 17 febbraio festeggiano la giornata a loro dedicata

Monica Cirinnà, quella del tanto contrastato disegno di legge sulle unioni civili, ci ha addirittura dedicato un libro: "I gatti di Roma". E oggi 17 febbraio, Giornata Mondiale del gatto, è festa anche per loro. 

Una storia millenaria insegue i felini che abitano la Capitale: il primo rinvenimento risale tra gli anni 8300 e 8000 a.C, per attraversare la Roma Imperiale, periodo in cui si affermarono come animali domestici, e la Roma Antica fino ai giorni d’oggi in cui in colonie sparse per la città sono amati e accuditi da volenterosi cittadini.

La colonia più famosa è quella che abita i suggestivi scavi archeologici di Largo di Torre Argentina, un’area sacra dove si pensa sia avvenuta la morte di Giulio Cesare, che dal 1929 è riparo per i randagi che negli anni sono diventati sempre più numerosi.

Il cimitero inglese vicino la Piramide nel quartiere Testaccio, è anch’esso molto amato dai gatti romani, che numerosi abitano e sonnecchiano sulle tombe, tra l’altro, di illustri poeti come John Keats, Percy Shelley, Antonio Gramsci e uno dei cinque figli di Goethe. Con la sua vista spettacolare sulla Piramide il posto conquista sia i gatti sia chiunque si trovi a passare di lì. L’ultima colonia, la più piccola, preferisce i giardini di Piazza Vittorio. 

Che saltino da un monumento antico all’altro o passeggino per i luoghi più suggestivi di Roma, quel che è certo è che i gatti sanno come rendere ancora più affascinanti i tesori dell’Urbe.

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