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Be Kind e la diversità

Sabrina Paravicini racconta la lavorazione del suo film su malattia e comprensione

Un viaggio a tappe raccontando le storie di bambini, uomini e donne disabili, intervistati da suo figlio Nino, affetto dalla sindrome di Asperger. È l’avventura intrapresa da Sabrina Paravicini, attrice, regista, sceneggiatrice e madre nel realizzare il lungometraggio Be Kind, per offrire una chiave di lettura su come un bambino affetto da Asperger, o da qualsiasi altra affezione, possa e debba essere integrato perché, come dice Nino, «essere diversi è una rarità». Be Kind è in fase di conclusione ed è partito già da tempo il crowfounding, una raccolta fondi per sostenere la realizzazione del progetto sul sito “Be Kind-il film”.

Da dove nasce il progetto, “Be Kind”?

«Nasce circa due anni fa dopo aver conosciuto una ragazza di 18 anni che ha la sindrome di Williams, mi disse con estrema lucidità e tristezza quanto la situazione le pesasse. Il suo racconto mi colpì molto e mi diede la forza per mettere a disposizione la mia esperienza familiare, per far conoscere un disturbo, ancora oggi poco noto. Inizialmente pensavamo fosse un problema caratteriale o di udito, ma poi ci hanno spiegato, dopo sette mesi, che si trattava di autismo infantile. All'inizio ero scettica sulla realizzazione di un film-documentario che raccontasse le varie forme della “diversità”, ma parlandone con le mamme dei suoi compagni, i neuropsichiatri e tutta la gente che mi ha incoraggiato, ho trovato la motivazione per la sua realizzazione». 

A che punto siete?

«Siamo a metà, le riprese sono ancora in corso, restano le interviste un po’ più complesse, andremo a Firenze a intervistare un ragazzo sulla sedia a rotelle, non si può muovere, poi andremo in Tunisia, in un centro di Ippoterapia, dove aiutano i bambini autistici con risultati importanti; poi saremo a Cremona, dove ci sarà un open day con un’iniziativa che riporta in volo i piloti disabili, faranno volare anche Nino».

Hai già in mente una data per l’uscita del film?

«Le riprese termineranno il 12 maggio, poi ci sarà il montaggio, e proporremo il film sottotitolato ai festival più indicati a questo tipo di cinematografia, sto prendendo accordi con una casa di produzione, ma sicuramente l’uscita è prevista per la fine dell’anno».

La sera del 14 febbraio, a Torino, c’è stata una raccolta fondi presso un ristorante, in una serata dedicata a San Valentino e all’amore, con un menù ad hoc, ed è stato lanciato il teaser del film, com’è andata?

«E’ andata bene, c’è stata partecipazione, abbiamo raccolto dei fondi ma l’intento di queste campagne è soprattutto creare una rete di persone che si pongono con gentilezza nei confronti della “diversità”». 

Qual è l’obiettivo di Be Kind?

«Non è soltanto quello di sensibilizzare le persone nei confronti di bambini o adulti affetti da tali patologie: le persone che incontro hanno già molta sensibilità al riguardo; l'obiettivo vero è cercare di trasformare la compassione che si prova nella comprensione verso una disabilità. Loro hanno solo bisogno di essere compresi, per farli sentire più vicini a noi, compatirli significa escluderli. Noi siamo stati fortunati, siamo stati “abbracciati di comprensione”». 

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