ROMA - Ciro l'immortale ci ha fatto visita in redazione. Lo vedi in tv e ti vengono i brividi, lo conosci dal vivo e ti accorgi che il volto spietato e cinico che mostra in Gomorra è solo finzione. Marco D'Amore è in realtà un ragazzo intelligentissimo, divertente e umile. In attesa di cominciare a girare la terza stagione di Gomorra (inizio riprese fissate per fine ottobre), Marco sarà al Teatro Piccolo Eliseo di Roma per presentare lo spettacolo del drammaturgo statunitense David Mamet "American Buffalo", in scena dal prossimo 28 settembre. «In realtà ci sarà un'anteprima speciale il 27 il cui incasso sarà devoluto interamente alle popolazioni di Amatrice», ci ha detto D'Amore. «Ho scelto di dirigere e portare in scena American Buffalo perchè Mamet è un artista che mi piace moltissimo, l'ho voluto trasportare nella periferia di Napoli. Ci lavoro da gennaio in solutidine accanto a Maurizio De Giovanni che firma la traduzione del nostro testo visto che abbiamo fatto un triplice passaggio: dall'americano all'italiano fino al napoletano».
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«NAPOLI, TIFO LA MAGLIA» - «Lo stadio l'ho frequentato moltissimo negli anni passati, andavo sempre in curva B. Ora invece è più complicato non tanto perchè sono diventato famoso quanto perchè ho paura delle mie reazioni. Svelo l'altra faccia di me quando guardo una partita del Napoli, quindi preferisco vederlo in tv o in trasferta. L'addio di Higuain? Per me Napoli il suo Giocatore (quello con la G maiuscola) lo ha avuto e resterà per sempre Maradona, l'unico vero argentino napoletano. Adesso io tifo i miei colori e mi aspetto che i calciatori che indossano quella maglia diano il massimo», ha concluso D'Amore parlando della sua passione per il Napoli.
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