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André Citroën e l'inizio di un sogno

André Citroën: un uomo che aveva una visione chiara del futuro e che amava ripetere che più che l'invenzione, conta la sua diffusione

PARIGI. Un sognatore, un ingegnere costruttore e “visionario”. Così amava definirsi André Citroën, l’uomo che ha dato una svolta alla storia automobilistica mondiale. Un giovane brillante e geniale, nato a Parigi il 5 febbraio del 1878, cresciuto con la passione per l’industria, per le invenzioni.

Studente alla prestigiosa Ecole Polytechnique di Parigi, si mise subito in evidenza per lo spirito di osservazione e di iniziativa al punto di depositare il brevetto di un nuovo sistema di ingranaggi a cuspide prima ancor di conseguire la laurea in Ingegneria. Il suo primo prodotto industriale in sostanza, il suo primo passo verso la grande industria perché quello - nelle sue convinzioni - era il futuro e la produzione su vasta scala rappresentava per lui lo strumento migliore per democratizzare le innovazioni e renderle disponibili a tutti. "Nel meccanismo del progresso - era il suo pensiero che amava ripetere - non è tanto l’invenzione che conta, quanto la sua diffusione".

Dal brevetto alla produzione il passo fu breve, la prima attività di André Citroën fu infatti la produzione degli ingranaggi a cuspide per dedicarsi subito dopo alla produzione di acciaio a taglio rapido, fondamentale per l’edilizia e le costruzioni navali. La svolta della vita nel 1908, quando fu chiamato a dirigere una celebre azienda automobilistica specializzata in auto di lusso e da corsa, di proprietà dei fratelli Mors, in un momento difficile perché sovraesposta con le Banche. Fu grazie al fratello Hughes che André riuscì a trovare importanti finanziamenti da un ricchissimo gioielliere di origini armene appassionato per le corse e dedito a passare il tempo alla guida della sua Mors a velocità incredibili.

André Citroën riuscì a riorganizzare la Mors, dimostrando il suo talento anche nella gestione e non solo nell’inventiva: ridusse i debiti, seguì la sua filosofia abbandonando la produzione artigianale e dedicandosi a quella industriale passando a 120 unità nel 1907, quindi a 280 nel 1908 e ben 646 nel 1910, riducendo man mano il costo delle vetture, sempre più richieste anche grazie alla brillante vittoria nel raid Parigi-Madrid che contribuì ad aumentare le vendite. 

Ma André Citroën stava già guardando avanti, voleva non solo ridurre i costi ma anche i rischi, e alla fine rinunciando alla presenza nelle corse continuò l’innovazione montando nel 2013 sulla Mors una nuova distribuzione senza valvole tradizionali ma con valvole a fodero ideata da Charles Y. Knight e prodotta dalla fabbrica inglese Minerva. Secondo le ricostruzioni storiche, il nuovo sistema “offriva grande morbidezza, funzionamento più silenzioso e una maggior coppia a basso regime”. André proseguì il processo di democratizzazione estendendo l’uso del brevetto fino a quel momento riservato a pochi fortunati inserendolo su tutti i modelli Mors, dalla “piccola” 2,1 litri alla 7,2 litri.

Un grande risultato, ma non era ancora quello che André Citroën sognava per arrivare a produrre auto economiche e su vasta scala, accessibili a tutti, in particolare per lo scoppio della Grande Guerra che nel 1914 cambiò gli scenari produttivi e le possibilità della gente. Fu una pausa decisiva per l’imprenditore parigino, pronto tra idee e progetti a creare i presupposti per dedicarsi al suo sogno, all’auto per tutti, o quasi, ma comunque per molti: un anno dopo la conclusione del conflitto mondiale André Citroën sorprese l’opinione pubblica presentando la prima Type A 10 HP, l’antenata, pronta a essere costruita in grande serie e venduta. Era il 1919, per l’auto cominciava una nuova era grazie ad André Citroën.

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