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Piste ciclabili a Milano: la sosta selvaggia di auto e moto

Dopo il Covid, nel capoluogo lombardo sono stati realizzati 35 km di ciclabili, che spesso sono invase dai parcheggi non regolari degli altri mezzi

Se a Roma gli automobilisti sono costretti a entrare nella corsia preferenziale di bus e taxi per i troppi veicoli in doppia fila, a Milano le piste ciclabili (recentemente realizzate per dare la possibilità ai cittadini di spostarsi in bici e non affollare i mezzi pubblici) sono invase dalla sosta selvaggia di auto e moto. Una situazione che ha inasprito gli animi dei ciclisti che ogni giorno pedalano lungo la ciclabile di corso Buenos Aires o su quelle che affianca corso Venezia e che hanno scatenato una protesta via social, “Ciclabili, non parcheggi”.

Un’abitudine a cui il Comune risponde con le multe

Dalle situazioni descritte, nessun mezzo pare esente dal parcheggio selvaggio sui tratti di strada adibiti alle bici: auto, moto, scooter, addirittura qualche furgone. Un’abitudine a cui il Comune di Milano ha deciso di rispondere a suon di multe: il bilancio, nell’ultimo anno, è di 2.581 multe staccate per violazioni del codice della strada sulle piste ciclabili. Si tratta di una media di oltre 200 al mese e 7 al giorno.

Lo zig zag dei ciclisti

La realizzazione delle piste ciclabili, circa 35 km, volute dal Comune dopo il Covid-19 non ha trovato d’accordo gli automobilisti, che hanno visto diminuire i parcheggi e hanno deciso di trovare “soluzioni alternative” per la sosta dei loro mezzi. Così facendo, però, i ciclisti sono costretti a pericolosi zig zag tra le vetture, rischiando di allargarsi troppo e finire nelle altre corsie. Il record di violazioni, spiega la vicesindaco con delega alla Sicurezza Anna Scavuzzo, sono state rilevate sulla ciclovia di corso Buenos Aires: “Qui si contano 394 verbali; di questi, 375 per divieto di sosta”. Sulla pista di corso Venezia, invece, le “violazioni sono state 58”, soprattutto per i posteggi selvaggi.

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