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Mercato auto: bene l’Italia, l’Europa rallenta

AP

A maggio, il mercato italiano ha fatto segnare un più 10 per cento. L’UE solo l’1,3 complessivo: è il dato di crescita più basso da maggio 2014

 

Rallenta in maggio il mercato automobilistico dell’Unione Europea. Le immatricolazioni di autovetture sono state infatti 1.109.893 con un incremento sullo stesso mese del 2014 dell’1,3%. Si tratta del più basso tasso di crescita registrato da quando, in settembre 2013, il mercato della UE ha invertito la tendenza negativa innescata dalla crisi economica epocale iniziata nel 2008. 

Sul risultato di maggio hanno influito due giorni lavorativi in meno in alcuni paesi tra cui, in particolare, la Germania e la Francia. Questi due mercati hanno fanno registrare rispettivamente un calo del 6,7% e del 3,5%, ma a parità di giorni lavorati con lo stesso mese del 2014 il confronto sarebbe positivo. Si può quindi ritenere che l’andamento moderatamente favorevole del mercato della UE possa continuare nei prossimi mesi con un tasso non lontano da quello del periodo gennaio-maggio (+6,8%). 

In controtendenza rispetto a Germania e Francia sono in maggio due altri mercati che fanno parte dei cinque maggiori dell’Unione Europea e cioè il mercato spagnolo, che grazie al piano di sostegno delle vendite PIVE 8 ha fatto registrare in maggio un incremento del 14%, e il mercato italiano, che ha messo a segno una crescita del 10,8%. Il quinto dei cinque maggiori mercati dell’Unione, il Regno Unito, è cresciuto in maggio del 2,4%, che è un risultato abbastanza soddisfacente, se si considera che è il 39° dato consecutivo di crescita.

Per quanto riguarda i mercati minori vanno segnalati innanzitutto i forti incrementi di Portogallo (+33,1%) e Grecia (+21,6%), che stanno recuperando parte dei guasti prodotti dall’austerity imposta da Bruxelles. Buoni tassi di sviluppo si registrano anche nella Repubblica Ceca (+17,6%), in Slovenia (+13,7%), in Polonia (+11%) e in Bulgaria (+10,7%). Da segnalare anche che in maggio, a fronte di una crescita dello 0,3% per il complesso dei paesi che hanno adottato l’euro, vi è un incremento del 4,2% per i paesi della UE che non appartengono all’Eurozona.

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