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Ferrari pensa a un "utility vehicle" per ampliare la gamma

Il presidente Marchionne: "Non vogliamo competere con Porsche, ma dobbiamo pensare a nuovi modelli. Dobbiamo essere come sempre pionieri".

ROMA - Ferrari ha presentato i risultati finanziari, molto positivi, del primo semestre e del secondo trimestre 2017 e gli obiettivi da raggiungere entro al fine dell’anno in corso. Le stime indicano che la Casa di Maranello consegnerà 8400 vetture, con ricavi netti di 3,3 miliardi di euro e un indebitamento industriale netto in discesa fino a 500 milioni. 

Ma il vero obiettivo del presidente Sergio Marchionne è arrivare a quota 10 mila unità e per farlo servono nuovi modelli. Tra cui un “utility vehicle” che tuttavia non sarà un Suv come tutti gli altri. Il numero uno Ferrari ha dichiarato: "non vogliamo competere con Porsche, ma dobbiamo pensare a nuovi modelli. Dobbiamo essere come sempre pionieri: Ferrari è famosa perché ridefinisce i segmenti".

Il secondo trimestre 2017 si chiude a Maranello con un utile netto adjusted di 136 milioni, in crescita del 30% rispetto all'analogo periodo 2016 e con un ebit pari a 202 milioni "a livello record" (+29%). I ricavi netti ammontano a 920 milioni di euro, in aumento del 13,5% (+12,8% a cambi costanti), mentre le vetture consegnate sono 2.332, 118 in più (+5,3%), grazie ai modelli a 12 cilindri GTC4Lusso e da LaFerrari Aperta. L'indebitamento industriale netto scende a 627 milioni rispetto ai 653 milioni del 31 dicembre 2016. 

"Sono soddisfatto dei risultati, continuiamo a fare progressi", ha commentato Marchionne sottolineando comunque l'importanza che il brand Ferrari mantenga l'esclusività. "Ogni nuovo modello - dice - dovrà essere dello stesso calibro di quelli che già ci sono. Ma dobbiamo occupare nuovi spazi. Ci sono tante persone che guiderebbero volentieri una Ferrari non troppo aggressiva, è per loro che dobbiamo creare un nuovo prodotto. Ferrari non deve essere un brand che intimidisce i consumatori".

La filosofia di Enzo Ferrari era quella di produrre una macchina in meno rispetto alla richiesta ma secondo Marchionne "non è la fine del mondo superare il tetto di 10.000 unità. Non è che oggi siamo in purgatorio e finiamo all'inferno, significa diventare come tutti gli altri costruttori”. 

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