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Elettrico, i nodi sono ancora tutti da sciogliere

Osservatorio mobilità: molti i punti ancora da chiarire prima del 2035

Poco più di dieci anni ci separano dal tutto elettrico in Europa del 2035. Dieci anni nel mondo industriale sono domani. La programmazione e realizzazione di profondi cambiamenti dei processi produttivi richiede studio e tempi lunghi. Il 2035 si avvicina a grandi passi ma i nodi della trasformazione energetica e della mobilità sostenibile non sono stati ancora sciolti. Sappiamo che le Case continuano a sfornare vetture elettriche, ma il prezzo è così elevato che soltanto una piccola porzione del mercato può comprarle. Lo stesso prezzo delle auto tradizionali è aumentato di molto, rendendo il ricambio del parco un processo ancora più lungo. I dubbi sulla diffusione dei punti di ricarica sono aumentati, non diminuiti. Nessuno parla chiaro di tempi, costi e diffusione di questo essenziale e irrinunciabile passaggio della infrastruttura di rifornimento. Guidando anche sulle autostrade qualche colonnina si nota ma è poco rispetto alla diffusione indispensabile per il 2035. Il prezzo dell’energia elettrica è in vertiginoso aumento e così, ii costo di ricarica delle elettriche non genererà un risparmio rispetto al pieno di un motore endotermico. Si sente parlare in maniera generica di energie rinnovabili, che l’Italia è baciata dal Sole e il Sud è ventoso, e tutti si dicono pronti a sfruttare queste risorse naturali. Poi però lo sviluppo dell’eolico è lento, così come il fotovoltaico: insomma, non esiste un percorso rapido per favorire la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e pulite. E sappiamo tutti che senza le rinnovabili la riduzione di CO2 delle auto elettriche è compensata dall’aumento di quella prodotta da fonti di energia tradizionale. Il tema delle batterie, pesanti e con autonomia limitata, necessita di un salto tecnologico formidabile, per renderle più leggere, con autonomia e durata più estese. Si sta lavorando per questo obiettivo ma, in definitiva, tutti i nodi rimangono ancora aperti. E se non risolti in tempi brevi ci troveremo in difficoltà a conseguire l’ambizioso obiettivo del 2035. 

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