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Mercato europeo e contraddizioni

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Non servono le vetture elettriche: bastano le ibride e anche le endotermiche di nuova generazione per ridurre il CO2 totale emesso dal parco auto europe

Il mercato dell’auto, nel bimestre gennaio/febbraio, cresce rispetto allo scorso anno, 2.012.136 auto contro 1.814.203, circa 200.000 unità in più del 2023. Un buon risultato ma ben sotto il 2019. Questo livello di vendite è insufficiente a migliorare il livello globale di CO2. Il rinnovo del parco circolante in questo modo non si realizza. In effetti, l’anzianità del parco auto europeo è peggiorata, superando abbondantemente i 10 anni di anzianità. Il tema della riduzione del CO2 si realizza sostituendo le automobili vecchie con quelle nuove e non necessariamente elettriche. Bastano le ibride e anche le endotermiche di nuova generazione per ridurre il CO2 totale emesso dal parco auto europeo. Le vetture elettriche ovviamente contribuiscono positivamente a migliorare l’aria che respiriamo ma in questa fase non sono decisive, troppo care.

Viene da chiedersi come l’UE abbia potuto intraprendere un percorso così illogico e senza risultati concreti. Se il loro obiettivo è quello di ridurre il CO2 emesso in Europa, è totalmente mancato. Il CO2 è in aumento, non in diminuzione. Prendiamo come esempio la Germania, dove i suoi leader politici insieme agli olandesi e quelli dell’estremo Nord del Continente, sono i paladini delle vetture elettriche al 100% nel 2035. Da quando in Germania è cessata l’erogazione di incentivi all’acquisto delle elettriche si è verificata una grande frenata agli acquisti. Il 12,6% - la quota delle elettriche in febbraio perdendo 3,1 punti percentuali (fonte UNRAE) - e il livello di emissioni di CO2 salgono a 122,8 g/km. Il processo risulta confermato perché è successo ancora e in altri Paesi, le elettriche hanno bisogno di denaro pubblico per vendere e senza incentivazioni i consumatori tornano alle vetture tradizionali. Le condizioni economiche del continente europeo non consentono di destinare quote di denaro pubblico all’affermazione dell’elettrico. Ma anche incentivando l’acquisto delle vetture elettriche altri investimenti massicci sono richiesti per il resto della transizione energetica: punti di ricarica, produzione di energia rinnovabile, smaltimento delle batterie e così via. Ormai da più parti si criticano le decisioni dell’UE per la transizione energetica. È arrivato il momento di prendere atto della realtà di mercato e sviluppare un progetto economicamente sostenibile e verso il consumatore.

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