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Marchionne: «Magneti Marelli non è in vendita»

LaPresse

Parlando agli studenti della Luiss, Marchionne ha anche esposto il proprio pensiero sui mercati e sull’economia globali

ROMA – È un Marchionne più “umano” del solito quello che ha parlato sabato agli studenti della Luiss – l’Università di Confidustria di cui FCA non fa più parte da tempo – esponendo il proprio pensiero sui mercati e sull’economia globali. Il numero uno del gruppo italo-americano ha spiegato che «Non possiamo demandare al funzionamento dei mercati la creazione di una società equa, perché non hanno coscienza né morale, non sanno distinguere tra ciò che è giusto e ciò che non lo è» un argomento spinoso ma quanto mai di attualità visto che i ragazzi dovevano ricevere un premio sulla finanza. Ancora più di attualità, però, era la questione Magneti Marelli, che per adesso non è assolutamente in vendita.

«Non abbiamo messo in vendita la Magneti Marelli, ma nel medio-lungo termine, probabilmente, il suo futuro sarà altrove – ha spiegato Marchionne - nel frattempo, fino a quando non arriverà quel momento, la Magneti Marelli è essenziale perché ci dà una base tecnologica per lo sviluppo dell’auto che altrimenti non avremmo. Bisogna tenersela vicina in maniera intelligente». In questo modo l’ad di FCA ha messo a tacere le voci su una possibile imminente vendita di Magneti Marelli alla Samsung. Dopodiché, l’attenzione è di nuovo ritornata sul tema del giorno.

«L’efficienza non è e non può essere l'unico elemento che regola la vita – ha aggiunto Marchionne – c’è un limite oltre il quale il profitto diventa avidità e chi opera nel libero mercato ha il dover di fare i conti con la propria coscienza». Marchionne ha poi parlato della crisi globale iniziata con il collasso dei mutui subprime, di come hanno reagito le banche di investimento e della sua esperienza nell'istituto svizzero Ubs «Gli eventi e la storia hanno dimostrato che ci reggevamo su un sistema di governance del tutto inadeguato – ha spiegato Marchionne - soprattutto, hanno evidenziato la necessità di ripensare il ruolo del capitalismo stesso, e di stabilire qual è il corretto contesto dei mercati. Sono una struttura che disciplina le economie, non la società».

«Se lasciamo agire i mercati come un meccanismo operativo della società, tratteranno anche la vita umana come una merce e questo non può essere accettabile". Secondo Marchionne «La forza del libero mercato in un'economia globale è fuori discussione e nessuno di noi può frenare o alterare il funzionamento dei mercati, perché questo campo aperto è la garanzia per tutti di combattere ad armi pari». Tuttavia «Il perseguimento del mero profitto – ha concluso Marchionne - non ci priva solo della nostra umanità, ma mette a repentaglio anche la nostra prosperità a lungo termine». E’ necessario, dunque «creare le condizioni per un cambiamento virtuoso e per promuovere la globalizzazione che sia davvero al servizio dell'umanità»

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