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Auto e moto giapponesi costeranno meno, ecco perché

Il JEFTA è diventato realtà: storico accordo commerciale tra Unione Europea e Giappone per abolire il 90% dei dazi e aprire i rispettivi mercati. Una grande opportunità per l'industria motoristica e per i consumatori

A brevissimo, secondo le previsioni, auto o la moto giapponesi potrebbero arrivare a costare fino al 10% in meno. Ed è solo l’inizio, perché il nuovo accordo commerciale tra UE e Giappone apre la strada ad una serie di reazioni a catena di cui potrebbero beneficiare, tanto i produttori, quanto i consumatori. Capiamo esattamente di cosa si tratta.
Il presidente della Commissione Europea Juncker ha firmato ieri a Tokyo un accordo commerciale con il Giappone, il JEFTA, che abbatte i vincoli di mercato abolendo oltre il 90% dei dazi tra i due partner commerciali. Un’operazione bilaterale definita la più grande di sempre, che apre scenari davvero interessanti in diversi settori merceologici, in particolare per quello motoristico.

Tanto i consumatori giapponesi, quanto quelli dei paesi dell’area UE, godranno infatti di prezzi più bassi sui prodotti importati, con riduzioni medie dal 10 al 15%. Riduzioni, che da noi saranno quindi visibili anche sui listini di auto, moto e scooter provenienti dal Sol Levante. Soprattutto nel settore 2 ruote, si parla di top players del mercato del calibro di Honda, kawasaki, Suzuki e Yamaha.
Grazie al JEFTA, inoltre, si potrà perseguire l’ulteriore "storico" risultato di unificare la regolamentazione in materia di emissioni dannose tra UE e Giappone, con un risvolto importantissimo per i produttori, che in questo modo potrebbero abbattere in maniera sensibile i costi di progettazione ed omologazione dei mezzi, ancora una volta a vantaggio del consumatore con benefici aggiuntivi sui prezzi finali.

Tutto questo si verifica in un momento in cui, sull'altra sponda, si inasprisce la situazione tra USA e Unione Europea, a causa delle politiche protezioniste portate avanti dall'amministrazione Trump e delle relative contromisure dal Vecchio Continente. Situazione che ha già portato, ad esempio, marchi come Harley-Davidson e Indian Motorcycle alla decisione di delocalizzare la produzione “andando via” dal Paese, pur di non vedere soffocate le proprie ambizioni commerciali al di là dell’Atlantico.
Altro fronte delicato, quello Brexit: la Gran Bretagna potrà godere dell’accordo tra UE e Giappone fintantoché il divorzio non sarà definitivo a tutti gli effetti. Si sa, le separazioni lasciano sempre il segno, quanto profondo poi lo stabilisce il tempo.

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