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Alfa Romeo torna a casa: riapre Pomigliano d'Arco

Lo storico stabilimento, creato nel 1968 per la produzione dell'Alfasud, riapre i battenti grazie a un importante investimento di FCA

Il Biscione torna a casa. L’Alfa Romeo, infatti, riapre lo storico stabilimento di Pomigliano d’Arco, nato nel 1968 per produrre la leggendaria Alfasud e poi lasciato otto anni fa. Un ritorno al passato ma con uno sguardo importante al futuro.

Ritorno al futuro

L'ultima berlina a trazione anteriore, prima della Giulia, è stata anche l'ultima vettura del Biscione a uscire dalle catene di montaggio. La prima, del nuovo ciclo, che uscirà dalla fabbrica campana sarà la versione di serie del concept visto a Ginevra.
Ritorno reso possibile dal piano di investimenti previsti da FCA: quasi 1 miliardo di euro per produrre il C-SUV Tonale, ma anche la prossima generazione della Panda, che vedrà la luce nel 2020 e che sarà anche in versione ibrida.

L'azienda lo ha annunciato ai sindacati nell'incontro al ministero del Lavoro in cui è stata rinnovata la cassa integrazione straordinaria per un anno per i circa 4.500 lavoratori, misura legata alla riorganizzazione della fabbrica in vista dell'arrivo delle nuove produzioni. L'investimento è iniziato nel mese di agosto con l'installazione di robot di nuova generazione per la verniciatura e interesserà nei prossimi mesi tutte le aree e i reparti della fabbrica.

Le dichiarazioni

"Una grande notizia per Pomigliano e per il Paese", commentano i sindacati che chiedono a FCA di dare il via agli investimenti anche negli altri stabilimenti italiani dell'auto.
"La partenza degli investimenti a Pomigliano è non solo fondamentale per assicurare un futuro di piena occupazione alla storica fabbrica campana, ma è il segnale inequivocabile che il piano industriale va avanti, anche a dispetto del fatto che il settore automotive stia attraversando un ciclo negativo. L'investimento è per il suo ammontare una notizia rilevante per l'economia italiana e confidiamo che possa presagire al lancio degli altri modelli previsti nel piano industriale per Mirafiori, Cassino e Modena, così da poter saturare tutti gli stabilimenti di montaggio, stampaggio e motori", commenta Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm e responsabile del settore auto.

"Adesso è fondamentale dare gambe anche agli altri investimenti previsti dal piano industriale presentato a Balocco e poi a Mirafiori per dare rilancio anche ad altri siti italiani partendo da Cassino, Mirafiori e Modena", afferma Marco Bentivogli, segretario generale della Fim Cisl.

"La Fiom - spiegano Michele De Palma, segretario nazionale Fiom, Rosario Rappa, segretario generale Fiom Napoli, e i delegati Fiom degli stabilimenti di Pomigliano e Nola - è consapevole dell'impatto negativo che la cassa integrazione ha sul salario delle persone, per questa ragione ritiene fondamentale raggiungere l'obiettivo della piena occupazione. L'accordo raggiunto sarà discusso e votato dall'assemblea".

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