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Kawasaki Z650 2020, novità col contagocce

Più che una moto nuova è un aggiornamento della precedente. Piccole modifiche per la naked entry level Euro5-ready, il motore resta lo stesso

La nuova Kawasaki Z650 è arrivata. O no? Spieghiamoci. La versione 2020 è tra noi e si presenta rinnovata, questo  certo. Ma più che una "moto nuova", può essere definita un aggiornamento della precedente, portando in dote lo stesso motore, con ciclistica e pacchetto elettronico affini. Il prezzo vantaggioso è da novità: 6.790 euro fino al 31 marzo. 

NOVITà CON MODERAZIONE

La Kawasaki Z650 porta in dote un inedito impianto luci a Led (e il faro anteriore ha una forma diversa), oltre a montare fiancatine più profilate. E poi c’è la sella del passeggero, più imbottita e quindi più confortevole, e la strumentazione TFT a colori di circa 10 cm di diametro, completa di tutto: indicatore della marcia inserita, livello carburante, indicatore di guida economica e spia di cambiata. Per finire, la Z650 è ora equipaggiata con le nuove Dunlop Sportmax Roadsport 2.

CONFERME DAL PASSATO

Il resto del pacchetto è confermato. Per chi non ricorda, parliamo di un telaio in tubi di acciaio realizzato con la raffinata tecnica dell’analisi a elementi finiti. Poi c’è il forcellone in alluminio, il motore bicilindrico in linea capace di 68 CV a 8.000 giri e il peso in ordine di marcia fermo a 188 kg. Il comparto sospensioni prevede una forcella a steli tradizionali di 41 mm e un mono orizzontale montato in posizione centrale. Ai freni ci pensano due dischi di 300 mm con pinze assiali a due pistoncini e l’ABS Bosch 9.1.

ADATTA A TUTTI

La Z 650 non aspetta altro che dimostrare a tutti quanto è accogliente. Con la sella così bassa (790 mm) chiunque può tenere i piedi bene a terra. E poi c’è lo sterzo infinito, i comandi al manubrio morbidi (e regolabili nella distanza), un motore dalla risposta pronta ma non aggressiva e le sospensioni estremamente soffici nella prima parte di corsa. Tuttavia è fin troppo minuta: i più alti si troveranno con le gambe racchiuse (optional c’è la sella più alta di 3 cm: consigliatissima) e il manubrio un po’ sotto il mento.

In realtà tutto questo passa in secondo piano una volta compreso il suo punto di forza: la leggerezza. È questo il vero trucco del mago, perché i pochi chili sono anche ben centrati. Significa che in situazioni scomode non c’è da preoccuparsi e che le prestazioni, nonostante i soli 68 CV, sono comunque interessanti. Anche se, va detto, al bicilindrico manca un po’ di verve: è regolare ai bassi regimi e allunga con decisione, ma a metà scala del contagiri paga qualcosa nei confronti della concorrenza più arzilla. E se portato nella zona alta, dove esprime il meglio di sé, trasmette qualche vibrazione ai polsi.

Il poco peso è un bel vantaggio soprattutto tra le curve di montagna. La Z650 non è mai scorbutica né troppo eccitante, una via di mezzo equilibrata e sincera. Si possono azzardare grandi pieghe (si ringrazia la luce a terra) sicuri di una ciclistica tanto morbida in città quanto competente se messa sotto torchio. I freni sono adeguati allo spirito della moto, né troppo potenti, né troppo poco.

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