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UNRAE, Case auto: "Intervenire prima che sia troppo tardi"

L'associazione si fa portavoce delle aziende e lancia un grido di dolore al Governo. La crisi causata dal coronavrius ha messo in ginocchio il settore automotive

La situazione del mercato auto in Italia è drammatica. I dati sulle vendite parlano chiaro: -85% immatricolazioni a marzo, -98% ad aprile e, dopo la riapertura dei concessionari, -52% nei primi 12 giorni di maggio. Un valore, quest'ultimo, che dimostra come la riapertura non è sufficiente per uscire dalla crisi. 

Il coronavirus ha colpito violentemente il settore automotive, il cui valore è il 10% del PIL. Inevitabile l'effetto domino su tutti gli anelli della catena: dalla produzione industriale fino alla rete di vendita.

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Le parole di UNRAE

"Una situazione agghiacciante, denunciata dall'Unione Nazionale Rappresentati Autoveicoli Esteri, che a gan voce chiede un intervento del Governo, per sostenere la domanda, e salvare la situazione prima che sia troppo tardi:

Dopo il disastro improvviso nel mese di marzo (-85%) e quello preannunciato di aprile, con l’azzeramento (-98%) delle immatricolazioni di autovetture nel nostro Paese, il mese di maggio stenta a ripartire.

Dai dati raccolti nei primi 12 giorni di maggio, gli ordinativi registrano un -70%, e le immatricolazioni un -52%, leggermente migliore grazie a due mesi di arretrati, ma non per questo meno drammatico.

Tutti gli altri comparti del settore automotive versano in condizioni ugualmente catastrofiche, nessuno escluso: veicoli commerciali, veicoli industriali, rimorchi e semirimorchi, autobus.

La riapertura dei concessionari, a partire dallo scorso 4 maggio, non è bastata a fare riprendere quota a un mercato in profonda crisi.

Assistiamo ad una gravissima situazione socio-economica per un intero settore che sostenta oltre 160mila famiglie ed è un asset fondamentale per il PIL italiano (oltre il 10%).

La disattenzione del Governo lascia disarmati.

Occorre intervenire con urgenza per un rilancio della domanda, prima che sia troppo tardi".

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