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Motta da disincanto mio grido per Italia

Il cantautore al Festival tra migranti e un Paese senza umanità
(ANSA) - ROMA, 21 GEN - "Dov'è l'Italia, amore mio? Mi sono perso anch'io". E' un grido di dolore quello lanciato da Motta, nel brano Dov'è l'Italia, in gara al prossimo festival di Sanremo (5-9 febbraio). "C'è il riferimento ai migranti, ma non è solo quello - spiega il cantautore, reduce da un 2018 pieno di soddisfazioni con tanto di Targa Tenco per il Miglior album in assoluto con Vivere o Morire -, c'è il disincanto verso un Paese che amo e che nonostante continuo ad amare, ma che manca di umanità e di educazione, e che vive la paura della diversità e del mettersi in gioco". Il brano è nato, racconta, "da una chiacchierata con Enzo, il capitano di un caicco a Lampedusa. Ma quello che ci siamo detti rimane un segreto tra me e lui". Sanremo sarà il modo, anche per mettersi in gioco, "per emozionarmi, soprattutto. L'esigenza di presentarmi al festival è nata da me: sentivo di avere la canzone molto mia. Mi sento al posto giusto, non so se al momento giusto. Ma forse sì, perché niente succede per caso".

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