Collega, no pistola per praticità. Dicemmo 'siamo carabinieri'
La Redazione mercoledì 15 luglio 2020, 13:54
(ANSA) - ROMA, 15 LUG - "Si ritiene che Finnegan Lee Elder fosse
capace di intendere o di volere al momento del fatto" ed è per
questo "imputabile". E' quanto si legge nelle conclusioni della
perizia psichiatrica disposta dal tribunale di Roma nei
confronti del californiano accusato, assieme a Gabriel Natale
Hjorth, dell'omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega
accoltellato il 26 luglio dello scorso anno. "Ci avviciniamo
frontalmente ai due e tiriamo fuori il tesserino dicendo che
eravamo Carabinieri". E' quanto riferito da Andrea Varriale, il
carabiniere che era di pattuglia in borghese con il
vicebrigadiere Mario Cerciello Rega la notte del 26 luglio
dell'anno scorso quando quest'ultimo è stato ucciso con cinque
coltellate da Finnegan Elder. Varriale è ascoltato come
testimone nel processo che vede imputato anche Gabriel Natale
Hjorth. "Dovevamo avere la pistola ma per praticità e perché
dobbiamo mimetizzarci l'arma è più un problema, non mi è mai
capitato di doverla usare nel servizio nella zona della movida",
ha aggiunto.
Corriere dello Sport in abbonamento
Insieme per passione, scegli come
Abbonati all'edizione digitale del giornale. Partite, storie, approfondimenti, interviste, commenti,
rubriche, classifiche, tabellini, formazioni, anteprime.
Sempre con te, come vuoi