LA CARRIERA
A otto anni la prima gara, e da allora non si è più fermata. A parte quando l'hanno costretta gli infortuni e le quattro operazioni affrontate, tra cui rottura legamenti crociati e una cisti al ginocchio. Ma questo non ha impedito alla bergamasca, gambe potenti e forza innata, di ritrovare la grinta per andare avanti e vincere. Del resto i suoi familiari di lei dicono sempre che non ha mai avuto paura di niente, e che semmai le piaceva competere con i maschi. Nel 2016 a Killington arriva il primo podio con il terzo posto in gigante; i successi sono però datati Corea, sulla stessa neve di PyeongChang dove lo scorso anno domina libera superg. Un segno del destino che la riporta qui, stavolta a vincere la gara più importante della sua vita. Che fa di lei la prima donna italiana a diventare olimpionica nella discesa libera, la versione femminile di Zeno Colò il campionissimo che nel '52 a Oslo conquistò l'unico oro azzurro nella disciplina regina.
Corriere dello Sport
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