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Sospensione confermata: niente bandiera russa alla sfilata

AP
Il Cio ha comunicato che anche nella cerimonia di chiusura delle Olimpiadi di PyeongChang non ci sarà alcuna bandiera russa. Pesano gli ultimi due casi di doping

PYEONGCHANG - Il Comitato Olimpico Internazionale (Cio) ha preso la sua decisione: gli atleti olimpici russi non sfileranno neanche alla cerimonia di chiusura sotto la propria bandiera e, proprio come già avvenuto nella cerimonia inaugurale dei Giochi, chiuderanno l'esperienza alle Olimpiadi invernali di PyeongChang come Oar. Lo ha annunciato in una nota il Cio stesso.
LE MOTIVAZIONI - Ad indirizzare la decisione finale presa dal Cio, fa sapere lo stesso Comitato Olimpico Internazionale presieduto dal tedesco Thomas Bach, è stata la valutazione della commissione ad hoc presieduta da Nicole Hoevertsz. Dal dibattito che ne è seguito, durante la 132esima sessione del Cio, è stato deciso di "non revocare la sospensione del Comitato Olimpico russo (Roc) per la cerimonia di chiusura per cui nessuna delegazione del Roc prenderà parte a questi Giochi Invernali".
DECISIVI GLI ULTERIORI DUE CASI DI DOPING - Nelle motivazioni espresse dal Cio, hanno avuto ovviamente un peso importante le ultime vicende che hanno associato gli atleti russi a ulteriori casi di doping: il Cio ha ammesso infatti che avrebbe preso in considerazione la possibilità di togliere la sospensione e consentire agli atleti russi di sfilare con la propria bandiera se la delegazione Oar avesse rispettato le condizioni stabilite lo scorso 5 dicembre ma i due casi di doping all'Olimpiade invernale (quello del curler Krushelnitckii, positivo al meldonium, e della bobbista Sergeeva, positiva alla trimetazidina) hanno compromesso tutto. Quanto accaduto, si commenta ancora dal Cio, "è estremamente spiacevole e, in aggiunta ad altre considerazioni, ha impedito al Cio di considerare la revoca della sospensione per la cerimonia di chiusura".
L'APERTURA - Il Cio, in ogni caso, si impegna a cancellare questa sanzione dopo la fine dei Giochi nel momento in cui verrà confermato che non ci sono stati ulteriori casi di doping riconducibili ad atleti russi in questa edizione olimpica. Insomma, fermezza da un lato, apertura per il futuro dall'altro.

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