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Olimpiadi, Malagò: "Mattarella ci ha invitato al Quirinale"

lapresse

Il numero uno del Coni esalta la spedizione azzurra a Tokyo: "Una medaglia al giorno è un record irripetibile, si è aperta una rivoluzione culturale"

TOKYO (Giappone) - "Io ero convinto che saremmo arrivati a 39 medaglie: le mie previsioni sono state migliorate con un record storico". Commenta così il presidente del Coni, Giovanni Malagò, a Casa Italia, durante la conferenza stampa di bilancio delle Olimpiadi di Tokyo 2020. L'Italia ha chiuso con 40 medaglie: 10 ori, 10 argenti e 20 bronzi, un nuovo record che ha unito e fatto esultare tutto il Paese. "La credibilità dello sport italiano è ai massimi livelli - prosegue Malagò - si sono creati i presupposti ideali per ospitare grandi eventi in Italia. Per la prima volta tutti gli italiani hanno fatto il tifo al massimo livello per tutti gli azzurri". Una grande festa dunque per la squadra olimpica azzurra di Tokyo 2020 che sarà ricevuta al Quirinale dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il 23 settembre prossimo per la cerimonia della riconsegna del tricolore, come detto da Malagò che ha poi aggiunto: "Sono in corso verifiche per la possibilità di un passaggio anche dal presidente del Consiglio, Mario Draghi, sulla base della compatibilità dell'agenda di Palazzo Chigi".

Olimpiadi, il medagliere

Malagò, il bilancio delle Olimpiadi

"Abbiamo reso felice un Paese. Noi italiani nei momenti complicati ci esaltiamo e cacciamo fuori il meglio di noi stessi. La responsabilità era grande, ma indubbiamente questa squadra che gestisce il Comitato olimpico è molto competente, una cosa molto rara nel nostro mondo. Lo abbiamo fatto per il Coni, che deve essere più centrale nella vita istituzionale del Paese". Soddisfatto Malagò che nel suo bilancio di fine manifestazione riepiloga quanto vissuto in terra giapponese: "Siamo stati fortunati perché nella nostra squadra abbiamo avuto un solo caso Covid, un abbraccio a Bruno Rosetti". Ora è già tempo di guardare al futuro: "Parigi 2024 è tra meno di tre anni: bisogna prepararsi, giocare d'anticipo. Non è impossibile ripetere questo risultato, però dobbiamo occuparci di sport, solo di sport. Non possiamo più disperdere energie come abbiamo fatto in quest'ultimo anno e mezzo".

Malagò: "Aperta una rivoluzione culturale"

"Si è aperta una rivoluzione culturale: dobbiamo battere il ferro finché è caldo". Questo il pensiero di Giovanni Malagò che aggiunge: "Anche il calcio ha bisogno che ci siano sempre più appassionati di sport e non solo di calcio". Poi in chiusura una parentesi sui tanti italiani a medaglia, figli di mix culturali, e uno sguardo al futuro: "E' un'Italia multietnica e un'Italia super integrata. La nostra proposta è di anticipare l'iter burocratico per lo ius soli sportivo, che ad oggi è infernale, un girone dantesco. È vero che a 18 anni puoi fare quello che vuoi, ma se aspetti il momento per fare la pratica hai perso una persona. A volte ci sono tre anni di gestazione e nel frattempo, se l'atleta non ha potuto vestire la maglia azzurra, o smette, o va nel suo paese di origine, oppure peggio arriva qualcun altro che studia la pratica e in un minuto gli dà cittadinanza e soldi".

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