Corriere dello Sport

Rendi la tua esperienza speciale

Home

Calcio

Formula 1

Moto

Motori

Basket

Tennis

Altri Sport

Stadio

Foto

Video

Corriere dello Sport

LIVE

L'errore di Schwazer? Non essere né russo né cinese

ANSA

Oggi a Rio la 50 km, che come la 20 km, sarebbe stata di Alex se non fosse stato tolto di mezzo da un’ingiustizia a orologeria. Ecco perché stiamo con lui e con Donati 

ROMA - Oggi a Rio sarebbe stato il suo giorno, il giorno della 50 km. Invece, sarà il suo tormento. Perché oggi Alex Schwazer avrebbe marciato sul mondo, contro il mondo e l’avrebbe riconquistato. Chiedere a Sandro Donati per credere. E, proprio per questo, il 10 agosto, i professionisti dell’antidoping riuniti nel conclave brasiliano l’hanno demolito con una sentenza iniqua, ingiusta, ignobile. Intervistato da Agorà, su Rai Tre, Donati ha parlato chiaro: "E' stata creata una manipolazione. Il controllo del primo gennaio è stato pianificato con un anticipo di 15 giorni. Bisognava mettere fine al mio impegno contro le federazioni corrotte e la Federazione internazionale di atletica lo è". E ancora: "Schwazer è fortissimo. Avrebbe tolto risultati a persone che hanno il dominio nella marcia”.

La domanda del giorno è: ma quanto è marcio il sistema dell’antidoping che ha fatto fuori il miglior marciatore del mondo? Il sistema che ci mette 8 mesi e 10 giorni per demolire Schwazer; effettua il prelievo il 1° gennaio e sulla provetta stampiglia Racines, paese di 4 mila abitanti e di un solo atleta; il 2 gennaio il campione arriva in laboratorio a Colonia, però viene analizzato soltanto il 14 aprile; risulta negativo, diventa positivo il 26 aprile e ufficiale il 13 maggio, cinque giorni dopo che Schwazer domina a Roma i mondiali di marcia a a squadre; per non dire degli altri 18 controlli, tutti negativi, che si sono succeduti dopo il test di Capodanno. La verità è che il guaio di Alex è non essere né russo né cinese, altrimenti a Rio avrebbe gareggiato regolarmente e avrebbe vinto sia la 20 km sia la 50 km. Nel silenzio assordante del Coni che, per motivi di realpolitik legati alla corsa di Roma 2024, si è astenuto da qualunque commento sulla sentenza del Tas, oggi, proprio oggi, vogliamo dire ad Alex che non è solo. Che fra lui, Donati, la Iaaf e il Tas stiamo tutta la vita con lui e con Donati. Oggi, proprio oggi, dovunque egli sia, prigioniero di un torto macroscopico e baro che ne ha distrutto i sogni e la carriera, Alex cerchi dentro di sé la forza per non arrendersi allo sconforto. La cerchi e la trovi, grazie anche a chi crede in lui. E, tanto più passa il tempo, quanto più non sopporta quest’ingiustizia a orologeria.

SCHWAZER: «CONTRO DI ME UN COMPLOTTO»

TUTTO SULLE OLIMPIADI

Corriere dello Sport in abbonamento

Insieme per passione, scegli come

Abbonati all'edizione digitale del giornale. Partite, storie, approfondimenti, interviste, commenti, rubriche, classifiche, tabellini, formazioni, anteprime.

Sempre con te, come vuoi