"Mi dispiace tanto". Silenzio, qualche lacrima. "Era la mia ultima cartuccia, non so come starò tra quattro anni, questa era l'ultima da sparare". Non è così e Simona Quadarella lo capirà presto. Non adesso. Non stasera. Fa le interviste - tv e zona mista - perché deve. Gli occhi sono lucidi, si ferma spesso a riprendere fiato perché non sa che dire o forse lo sa ma non vuole parlare. Perché parlare renderebbe più reale la batosta dei 1500. Sapeva, con la Ledecky in acqua, che l'oro sarebbe stato un miracolo. Ma argento e bronzo no, erano alla sua portata. Eppure, come a Tokyo, la gara che ama di più per lei è stregata. "Mi sentivo bene in acqua ma ad un certo punto avevo le gambe paralizzate, sembrava che mi scoppiassero. Mi dispiace tanto". Simona lo ripete continuamente e fatica a trattenere il pianto. "Forse ci sono arrivata con troppe aspettative, era la gara più importante della mia vita, ma non sono riuscita a tornare a casa con quello che volevo". Il podio era alla sua portata? Simona risponde: "Assolutamente sì, le altre sono andate più forte per quanto il tempo non è così brutto. Ma - sono sincera - non è il risultato che volevo. Per me era davvero importante". Fine delle parole, fine delle interviste. Simona lascia la zona mista e quando è finalmente sola, senza microfoni né telecamere, si lancia andare a un pianto vero. E vederla così fa un'immensa tenerezza.
Corriere dello Sport
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