E alla fine Andrea Giani, uno dei pallavolisti più forti che l'Italia abbia mai avuto, quello della generazione dei fenomeni che negli Anni 90 e nei primi Duemila dettava legge in tutto il mondo, si è preso l'oro olimpico. Le lacrime amarissime da giocatore (due argenti e un bronzo tra Atlanta, Sidney e Atene) sono diventate lacrime di felicità oggi che la Francia da lui guidata ha strapazzato 3-0 la Polonia in finale. Un dominio assoluto, che L'Equipe chiama "Magistral" e che regala a Giani un trionfo che ha fatto impazzire la Francia tutta. E pensare che il suo rapporto con le Olimpiadi non era iniziato bene perché nel 1992 l'Italia era una sorta di dream team che arrivò a Barcellona talmente sicura di sé da non prendere neppure la medaglia. Giani ha sempre detto che l'oro olimpico era l'unico rammarico di una carriera pazzesca; oggi invece il rammarico è quello di non poter allenare un club in Italia insieme alla nazionale perché le regole (al maschile) così vogliono.
Giani in lacrime per l'oro olimpico
Lui, delle sfide, non ha mai avuto paura: quando la Francia dopo l'oro olimpico di Tokyo lo ha chiamato ha accettato subito pur sapendo di avere tutto da perdere. I Blues erano campioni in carica, lui l'italiano chiamato a guidarli. Giani non si è tirato indietro e oggi Parigi lo ama perché non è vero che gli ori sono tutti uguali così come non è vero che le medaglie si contano. Ma si pesano: l'oro in casa è davvero pesante (con tanto di 3-0 all'Italia in semifinale). Così come, nel 2004, sarebbe stata pesante la bandiera tricolore da portare ad Atene: venne scelto Jury Chechi, Giani ci restò male ma poi, da sportivo, disse: "Lui lo merita tantissimo. Va bene così. Io proverò a vincere l'oro": Non ci riuscì, l'Italia perse la finale con il Brasile. Era il 29 agosto 2004. Vent'anni dopo il cerchio di Giani si è chiuso. Non poteva non piangere.