BOLOGNA - Un "episodio disgustoso" che deve "rappresentare l'occasione per una riflessione: non è ammissibile che il calcio diventi il pretesto per dare sfogo agli istinti più beceri, spesso tollerati o persino fomentati". Così Joey Saputo, patron del Bologna Calcio, condanna l'atto intimidatorio di ieri a Casteldebole, dove sono comparse tre croci con i nomi di altrettanti dirigenti del club: l'ad Claudio Fenucci, il direttore sportivo Riccardo Bigon e il manager Marco Di Vaio.
Corriere dello Sport
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