PARMA - Dov'è finito il Parma concreto e cinico che aveva attraversato con il vento in poppa il girone d'andata? Dopo il successo alla prima di ritorno a Udine, sono arrivare tre sconfitte e il pari in casa della Juve che forse ha contribuito a minare la solidità mentale del gruppo con un eccesso di euforia. Fatto sta che i problemi arrivano costantemente nei secondi tempi e nel gioco aereo, sia da fermo che in azione. Due fronti dunque su cui D'Aversa, che ha escluso motivazioni fisiche alla base dei crolli alla distanza, lavorerà intensamente già in vista della proibitiva sfida con il Napoli al Tardini. Il Parma per un lungo tratto della stagione era solito lasciare sfogare sugli esterni gli avversari e accettare una pioggia di cross in area dove Alves e Gagliolo prima, Alves e Bastoni poi, di testa vincevano quasi tutti i duelli. Adesso invece la palla sembra telecomandata e cade dove i crociati, che in quei frangenti difendono a zona, non arrivano, finendo invece dritta sulla fronte degli avversari.  

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