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L’Italdavis viaggia in anticipo: è alle finali

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Berrettini facile, Sinner di carattere: battuta anche l’Argentina. Domani contro la Svezia per il primo posto

Seconda vittoria consecutiva per l’Italia in Coppa Davis. Dopo il successo all’esordio contro la Croazia finalista della scorsa edizione, gli uomini di capitan Volandri hanno battuto l’Argentina 2-1 qualificandosi così con un turno d’anticipo per la fase finale di Malaga (22-27 novembre). E’ un’Italia che vince, convince, ma soprattutto piace. Volevamo vederli tutti insieme, finalmente, i nostri top player. Ed eccoli lì, assiepati a bordo campo, a incitare e sostenere Jannik Sinner nell’unico momento delicato della sfida. Una squadra, anche loro. La Davis è speciale per questo, nuovi format e futuro non ne intaccano fascino e tradizione, e non è allineando top player che si allestisce un team. Ranking e risultati da tempo fotografavano l’ottimo stato di salute del nostro movimento. Imbarcarci ora per Malaga con la consapevolezza di aver trovato anche l’alchimia giusta tra i nostri interpreti era la verifica che attendevamo e sulla quale bisogna continuare a costruire.

Crescendo

A confezionare il successo anche questa volta sono stati i due singolari, giocati stavolta da Matteo Berrettini e Jannik Sinner. Match a senso unico quello del n.15 del mondo contro Sebastian Baez (37), chiusosi in novanta minuti 6-2 6-3. Se quella contro Coric, per sua stessa ammissione, era stata la sua «miglior partita dopo il Covid», quella contro l’argentino ne è stata l’ideale prosecuzione. «Più gioco e meglio mi trovo», ha poi dichiarato l’azzurro a SuperTenniX al termine di un match in cui - assestata la misura - ha potuto dar sfogo a tutti i cilindri del suo motore: 4 ace, nessuna palla-break concessa, mobilità e fiducia in crescendo e cui affidarsi nel gioco a rete distillato ieri con maggiore accuratezza e precisione. «E’ sembrata più facile di quello che sentivo. Sarebbe bastato scendere un po’ e la partita avrebbe potuto cambiare - ha aggiunto a caldo il romano - Sono molto contento di come ho giocato». Ed è una dichiarazione, questa, che fan ben sperare in vista del rush finale che lo vedrà impegnato nella rincorsa a un posto per le ATP Finals (ben sei giocatori racchiusi in 600 punti per un solo posto disponibile) nell’ultimo swing indoor.

Trappola

A chiudere i giochi ha pensato poi Jannik Sinner. Atterrato martedì a Bologna e assente all’esordio, capitan Guillermo Coria aveva pensato bene di tendergli un agguato: fuori condizione “el Peque” Schwartzman (sconfitto dallo svedese Mikael Ymer con un doppio 6-2 martedì), spazio a Francisco Cerundolo, fresco del primo titolo sulla terra di Bastad e contro cui proprio l’altoatesino a Miami era stato costretto al ritiro per le vesciche. Poco sostenuto dalla battuta, è stato un Sinner meno efficace e più accorto quello che è comunque riuscito a incamerare il primo set. Rotti gli indugi e con l’eliminazione a un passo, Cerundolo nel secondo ha giocato il tutto per tutto, verificando le incertezze nel gioco dell’italiano, riportandosi in parità e spostando dalla sua l’inerzia. «Non era semplice - ha confessato Sinner a SkySport - ho provato a spingere e non ci sono riuscito, in alcuni momenti ho servito bene e in altri ho fatto più fatica». Non era semplice, ed è stato in quel momento che la panchina azzurra si è fatta sentire. Schiaritosi le idee e tornato in campo dopo un toilet-break, Sinner ha ridotto i propri errori in attesa dell’occasione giusta, arrivata a metà parziale dopo esser stata fiutata a lungo da tutti i suoi compagni di squadra. Gli ultimi brividi Sinner li ha riservati per il game finale, durato 20 punti e in cui ha dovuto annullare due palle-break prima di aggiudicarselo con un ace al sesto match-point. «Domenica c’è un’altra partita che vogliamo vincere» la sua promessa finale.

Ipotesi

Così fosse, ci qualificheremmo da primi del girone e ai quarti, a Malaga, troveremmo la seconda del girone di Glasgow. In caso di sconfitta contro la Svezia, invece, rischieremmo di trovare i padroni di casa della Spagna, guidati dal duo Alcaraz-Nadal.

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