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Il preparatore: "Sinner scelta giusta, vi spiego perché rischiava di infortunarsi”

EPA

Davide Cassinello, personal trainer di Sonego, sposa la scelta del tennista altoatesino

«Condivido la decisione di Sinner e del suo team. L'organizzazione di Parigi-Bercy è stata poco oculata e sicuramente non ha fatto il bene dei giocatori, specialmente al termine di una stagione dai ritmi folli». Dopo un 2023 estenuante ciò che sta accadendo nell’ultimo Masters 1000 della stagione non alleggerisce il carico, parola di Davide Cassinello. Il preparatore atletico di Lorenzo Sonego avalla senza riserve la scelta dell’altoatesino di preservarsi, piuttosto che tornare in campo a quattordici ore di distanza dalla battaglia precedente.

Prima di parlare del recupero. L’incertezza dell’orario d’inizio come caratterizza il pre-partita?
«La programmazione era anomala dal principio. A prescindere dall’orario di conclusione della partita di Jannik, non era normale che lui giocasse l’ultimo match e che De Minaur avesse vinto nel pomeriggio. Per di più il giorno dopo la sfida non era stata programmata per ultima, ma alle 17. Il warm up non è facile da gestire in queste situazioni, l’attivazione fisica viene iniziata e poi magari interrotta perché l’evolversi dei match precedenti fa slittare il programma. L’altra difficoltà riguarda l’alimentazione, quindi saper trovare la finestra giusta per mangiare ed integrarsi. L’ultimo aspetto, decisamente non per importanza, è l’attivazione mentale».

La conclusione del match non coincide con il momento in cui ci si addormenta?
«Direi di no. Finire così tardi implica il fatto che successivamente tra interviste, massaggi, doccia e alimentazione sia complicato andare a dormire prima delle 5.30-6.00 di mattina. Naturalmente non conosco la situazione specifica, ma è ciò che conoscendo le tempistiche posso presumere».

Jannik non ha giocato, ma idealmente come andrebbe gestito l’avvicinamento al match in programma poche ore dopo?
«Il recupero non è semplice e il rischio di infortuni si amplifica. Già in partenza il pericolo è alto perché viviamo una programmazione folle. Ci sono pochi tempi di recupero, poche settimane per allenarsi e questo fa sì che il numero di infortuni sia destinato ad aumentare. La decisione del team Sinner è saggia a mio modo di vedere».

Perché un riposo poco ottimale aumenta il rischio di infortuni?
«L’acidosi muscolare che si è accumulata dopo una giornata così stressante dal punto di vista psicofisico è difficile che possa essere recuperata in così poche ore, questo indipendentemente dalle capacità di recupero molto buone che caratterizzano gli atleti di questo livello. È umanamente impossibile che ci sia un ripristino completo a livello muscolare e articolare, quindi quando si torna in campo è normale che il rischio di infortuni sia maggiore».

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