Tra chi lo ha sempre difeso e chi continua a sollvare dubbi: è sempre più accesa la discussione sul caso Clostebol che ha coinvolto Jannik Sinner. Il numero uno al mondo ha iniziato a scontare una squalifica il 9 febbraio che durerà fino al 4 maggio dopo l'accordo raggiunto con la Wada, che aveva invece fatto ricorso per richiedere una sospensione da uno a due anni. Il campione azzurro non potrà allenarsi in strutture ufficiali fino al 14 aprile, quando potrà iniziare a preparare il ritorno in campo che dovrebbe avvenire agli Internazionali BNL d'Italia. Intanto qualche collega dell'altoatesino continua ad attaccarlo: oltre a Nick Kyrgios e Stan Wawrinka, anche Novak Djokovic ha sollevato qualche dubbio sulla modalità del patteggiamento. Una mancanza di solidarierà che non è stata gradita da Daniel Vallverdu, attuale allenatore di Grigor Dimitrov con un passato nel box di Andy Murray e Tomas Berdych.
Vallverdu difende Sinner sul caso Clostebol
"Dopo essermi preso qualche giorno per digerire la reazione del mondo del tennis in merito allla sospensione di Sinner - scrive Vallverdu -, vorrei dire che sono rattristato dalla mancanza di solidarierà. La maggior parte non si concentra sui fatti del caso. I veri perdenti qui sono Sinner e il tennis. Dovremmo concentrarci sui processi e sulle regole delle agenzie antidoping piuttosto che sul giocatore che ne è vittima, che chiaramente non ha avuto alcun beneficio in termini di miglioramento delle prestazioni. Zero. Conosco Jannik da quando ha 14 anni e mi sento totalmente sicuro nel dire che non è assolutamente colpevole".