Continua a far discutere la risoluzione del caso doping che ha coinvolto Jannik Sinner, dopo l'accordo con la Wada che ha portato ad una sospensione di tre mesi per il numero uno al mondo, che dovrà restare lontano dai campi fino al 4 maggio. Tra chi sostiene la pena sia stata troppo dura e chi invece pensa che l'Agenzia mondiale antidoping sia stata troppo clemente con il campione azzurro, anche a causa del suo status. Tra questi ultimi, anche tanti colleghi dell'altoatesino, che non hanno mancato occasione per esprimere il proprio dissenso: dal solito Nick Kyrgios fino all'inedito Stan Wawrinka, passando per Novak Djokovic.
Caso Sinner, la dura replica di Aneke Rune
Della vicenda di Sinner legata al caso Clostebol ha parlato anche Aneke Rune, mamma di Holger, che ha sottolineato come questa situazione potrebbe capitare a chiunque: "Se prendete un po' di informazioni sul Clostebol - ha detto - vedrete quanto sia spaventosamente facile trasferirlo da persona a persona se utilizzato da terzi. Questo è l'aspetto più sinistro di tutta la vicenda. Pensate a quanti fan i giocatori danno la mano, quante superfici toccano. Non possono restare isolati da tutti e mangiare banane biologiche tutto il giorno per paura di un test che mostri un miliardesimo di tracce di qualcosa". La mamma del tennista danese ha continuato: "Ritengo che uno stop di tre mesi o di un anno sia troppo lungo. Non conosco i dettagli di ogni singolo caso per dire se il tutto sia equo. Questo è un compito che spetta al Consiglio di amministrazione della WADA. Da quel che leggo, credo che la maggior parte delle critiche degli atleti si basi sul fatto che ci sono direttive molto diverse nei singoli casi, quando si tratta di evidenti casi accidentali e non di doping intenzionale".