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Berrettini sta tornando, ora nessuno vuole affrontarlo. E Roma si avvicina…

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Berrettini sta tornando, ora nessuno vuole affrontarlo. E Roma si avvicina… EPA
Matteo va ko contro Fritz, ma ha mostrato una grandissima condizione: devastante il servizio, dritto veloce e il rovescio solido e vario

Se le gambe spingono, la mente brilla e il tennis diventa champagne. Matteo Berrettini è esplosivo, volitivo, consapevole. In due parole: molto forte. Il tennista romano, che da lunedì tornerà (almeno) al numero 28 ATP come non accadeva da 94 settimane (quasi due anni), a Miami ha palesato .una forma invidiabile “Berretto” è molto vicino al livello espresso quando si era spinto sino alla Top 10 mondiale: il servizio è devastante come all’epoca, il dritto pesante e veloce, il rovescio solido e vario (slice e in top spin), ha tanta voglia e, soprattutto, il corpo lo sostiene. Matteo, grazie alla splendida cavalcata in Florida, vanta il raggiungimento di (almeno) i quarti di finale in 8 “big tournaments” su 13: oltre ai quattro Slam sono in lista Roma, Madrid, Shanghai e, da oggi, anche Miami.  

Berrettini, gambe e cuore

La preparazione fisica di Umberto Ferrara, ex collaboratore di Jannik Sinner, sta funzionando. Alcuni accorgimenti tecnici, già presenti nel 2024, hanno anche migliorato la prevenzione agli infortuni. La ricetta giusta sembra essere stata individuata o, comunque, pare vicina alla perfezione. I difetti, grazie alle gambe, spariscono o quasi: il tanto criticato rovescio, arrivando a colpire con i piedi sempre vicino alla palla (e raramente in allungo), è oggi tutto fuorché un tallone d’achille. Gli occhi spiritati dopo i grandi punti, il sorriso di chi sa di essere tornato, la volontà dei momenti migliori. L’azzurro, che già a fine anno era stato protagonista di una Davis straordinaria, è tornato a far la voce grossa anche nel circuito ATP. È sempre tennis, ma le competizioni a squadre riescono spesso a tirar fuori il meglio da ogni giocatore. Quasi senza sforzo. La motivazione che porta ai grandi risultati individuali, in uno sport così ricco di solitudine, arriva invece da dentro, dalla propria coscienza, da un grande cuore. Ciò che, in fin dei conti, ha sempre fatto la differenza nell’eccezionale carriera di Berrettini. 

Nessuno vuole affrontare Berrettini così in forma

Quando mentalità, tecnica, gambe e “dedication” sono al top, Matteo può raggiungere il massimo della performance e risultati strabilianti. Oggi, con un ranking intorno al 25-30 ATP, i percorsi nei grandi tornei sono sempre impervi poiché i top player diventano avversari troppo presto: negli ottavi, ai quarti o, a volte, ancor prima. Ma nessuno, in questa fase della stagione, vuole affrontare Berrettini. E così sarà anche su terra battuta, superficie sulla quale Matteo è cresciuto e sa ben disimpegnarsi. Madrid, Roma e Parigi possono diventare, per motivi diversi, grandi obiettivi. Il rosso capitolino è quello più amato, seppur non esattamente il più adatto; il pubblico, lì, può fare la differenza. In Spagna e Francia, su terra rapida, le armi dell’azzurro possono diventare ancor più devastanti. I punti da difendere sul rosso sono solo 250 (vittoria nell’ATP di Marrakech) e dal 7 aprile al 16 giugno (una vita a livello tennistico) non avrà nulla in scadenza: ogni punto andrà ad aggiungersi alla classifica attuale. Per entrare tra i primi 16, ranking che darà la possibilità di una testa di serie alta (evitando i big nei primi turni), serviranno circa 1.000 punti da qui al Foro Italico. Molti, moltissimi, ma non impossibili da conquistare. L’appetito vien mangiando: tornare in Top 20 e, successivamente, in Top 10, non è più una chimera. 

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