Cobolli: "Berrettini è una mia fonte d'ispirazione"
Il 2025 non era cominciato bene per Cobolli a causa di una valutazione sbagliata di un dolore alla spalla: "Abbiamo fatto una scelta sbagliata tutti insieme e il dolore è peggiorato notevolmente, forse mi sarei dovuto fermare prima. Alla fine mi sono trovato con un infortunio che mi ha disturbato per i mesi invernali e non mi ha permesso di fare una preparazione adatta. Dopo le prime due partite a gennaio mi sono fatto male subito e sono andato in Australia con il dolore. Ho capito che ci vuole tempo e pazienza per ritrovare le giuste energie". Una lezione che ha imparato anche grazie ai consigli dell'amico Matteo Berrettini: "Con lui ho un bellissimo rapporto, andiamo molto d’accordo e anche lui è una mia fonte d’ispirazione. In Davis mi ha aiutato tantissimo, trova sempre il modo di aiutarmi, è molto bravo a sapermi consigliare. Per esempio dopo la sconfitta con Tirante a Miami l’ho incontrato e gli ho detto che sarei andato a Napoli a giocare il Challenger. Lui mi ha detto di stare calmo, di prendere il mio tempo, di fermarmi, di allenarmi al meglio e di non andare. Ho seguito questo consiglio e la settimana dopo ho vinto il mio primo torneo a Bucarest". Oltre a Berrettini, Cobolli ha un rapporto speciale anche con Lorenzo Musetti: "Con lui ho forse il miglior rapporto tra tutti i tennisti italiani. Lo ammiro tantissimo e lo prendo sempre come riferimento. Anche il suo risultato a Montecarlo sicuramente lo prenderò come esempio per la mia carriera".
Cobolli: "Mensik e Fonseca sono due fenomeni"
Cobolli non sente la pressione di dover inseguire un obiettivo: "L’anno scorso ho fatto una stagione incredibile e non ce lo aspettavamo. Non mi sono posto obiettivi precisi, poi certo mi piacerebbe giocare i tornei più importanti da testa di serie ed entrare tra i primi venti". Nel corso della sua carriera ha avuto modo di sfidare due leggende di questo sport come Novak Djokovic e Rafa Nadal: "Con Djokovic a Shangai ho vissuto male la partita perché era il mio idolo e quindi era difficilissimo. Mi sono bloccato a livello nervoso, prima l'avevo sempre visto solo in tv. L’altra con Rafa era come se non mi ricordassi niente, perché ero totalmente in un altro mondo". Due giovani che possono aspirare a diventare i migliori al mondo per Flavio sono Jakub Mensik e Joao Fonseca: "Sono due fenomeni ma in maniera diversa. Fonseca ha un dritto fenomenale come quello di Alcaraz, sa già di essere fortissimo, mentre Mensik non si rende conto di avere margini di miglioramento impressionanti, per me tra un paio d'anni è tra i primi due o tre del mondo. Ho un buon rapporto con lui, mi ha sempre impressionato sia come tennista sia come persona fuori dal campo".
Cobolli: "Sinner fa tutto in maniera perfetta"
Al momento Cobolli non ha dubbi per quanto riguarda la sua superficie preferita: "Fino a due anni odiavo il cemento e l’erba, anche perché sono nato sulla terra rossa. Mi dicono che il mio gioco può essere molto efficace sul cemento. Magari fra due anni il cemento diventa la mia superficie preferita". Proprio sulla terra rossa avrebbe potuto giocare le Olimpiadi di Parigi: "Quando ho letto di Jannik che stava male ero proprio con Musetti. Eravamo entrambi sicuri al 100% che sarei andato alle Olimpiadi. Ero ad Umago e venti minuti prima di giocare la mia partita con Lajovic ero al telefono con Binaghi e ho chiamato tutti per sapere se potevo giocare a Parigi, ma mi è stato detto di no perché era scaduto il tempo per le liste. Alla fine, però, è stata anche una fortuna perché ho fatto finale a Washington, andando una settimana prima in America". Chiusura sul rientro ormai imminente di Sinner nel circuito: "Non credo che Jannik ci metterà tanto a tornare ai suoi soliti livelli. Lui è un professionista al 100% e quindi fa qualsiasi cosa in maniera perfetta e anche oltre. Arriverà sicuramente nelle migliori condizioni".