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Rublev, brutale attacco all'antidoping: "Non è giusto, siamo terrorizzati..."

Il tennista russo da Madrid senza mezzi termini sui controlli e sulle rigidissime regole: "Inizio ad avere molta paura"

La numero uno del ranking femminile, Aryna Sabalenka, lo aveva già detto qualche mese fa"Si diventa troppo spaventati dal sistema". Il caso Clostebol e il calvario subito da Jannik Sinner, che ha poi accettato l'accordo proposto dalla Wada, ha messo ulteriore pressione ai tennisti sul tema dei controlli antidoping. A parlare della questione, stavolta, è stato Andrey Rublev. "È un argomento un po’ tenebroso - le sue parole da Madrid, dove giocherà il torneo Masters 1000 -, tutti i giocatori devono indicare quotidianamente in un programma dove siamo localizzati. È una cosa molto seria perché, se ti dimentichi di annunciarlo in tre occasioni o non ti localizzano, puoi avere fino a due anni di sospensione. Secondo me, questo non è giusto".

Rublev: le parole sui controlli antidoping

"Con il passare degli anni si inizia ad avere molta paura di queste cose, anche con i farmaci, sto continuamente chiedendo ai dottori - ha aggiunto Rublev -. Arriva un momento in cui dubiti assolutamente di tutto, provi un vero terrore alla possibilità che un giorno succeda qualcosa". Poi qualche parola in vista del torneo in Spagna: "È una bella notizia essere di nuovo a Madrid. Adoro questo posto, adoro la città, adoro tutto ciò che circonda il torneo, anche al di là dei campi. Ho buone sensazioni tornando al Mutua Madrid Open, bei ricordi dell’anno scorso e degli anni precedenti. Aspettative? Voglio divertirmi, penso solo a un match alla volta".

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