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Tyra Grant sceglie l'Italia, la frecciata dagli Usa: "C'è meno concorrenza". Poi il riferimento a Sinner...

Il New York Times racconta la scelta della tennista che doveva essere l'erede delle sorelle Williams e Coco Gauff ma a 17 anni ha preso un'altra strada: quella azzurra (della mamma)

La decisione era un po' (un bel po') nell'aria: Tyra Grant, classe 2008, stellina del tennis, ha scelto l'Italia. Non gli Stati Uniti, il paese del papà, ma quello della mamma. Nel tabellino delle pre-qualificazioni di doppio agli Internazionali d'Italia, dove ha ricevuto una wild card per il main draw di singolare, c'è la bandierina italiana accanto al suo nome. Manca l'ufficialità, ma la scelta è stata fatta. Nata a Roma, è figlia di Tyrone Grant, ex giocatore di basket che in Italia ha conosciuto Cinzia, la mamma di Tyra. La ragazza, che ha doppia cittadinanza e parla correntemente italiano e inglese, è legatissima all'Italia, dove è cresciuta, ma anche agli Usa perché, ha detto: "Con l’anno vissuto in America e il fatto che mio papà è americano di Brooklyn comunque un po’ americana mi sento". Alla fine ha scelto i colori azzurri - per la gioia della federazione - e questo le è costato qualche frecciatina dagli Usa. Il New York Times, nel raccontare la storia di colei che per gli americani era l'erede delle sorelle Williams e di Coco Gauff (The Athletic l'ha inserita in un lungo reportage sugli atleti afro-americani), sottolinea come molti giocatori "con doppia cittadinanza scelgano di rappresentare paesi diversi dagli Stati Uniti, dove la concorrenza per gli sponsor è minore ed essere potenzialmente i migliori in quel paese vale più che essere uno dei tanti giocatori d'élite. L'Italia ha una sola giocatrice, Jasmine Paolini, nella top 50 e tre giocatrici nella top 100. Gli Stati Uniti hanno quattro donne nella top 10, due delle quali campionesse del Grande Slam, e 18 nella top 100".  Sponsor e ranking: per questo Tyra avrebbe scelto l'Italia e un caro saluto alle origini e alla voglia di rappresentare il Paese in cui è cresciuto. In realtà le cose non stanno proprio così.

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La ragazza, d'altronde, un po' a questo era preparata perché immaginava che una scelta del genere avrebbe portato dietro qualche polemica. Scrive, ancora, il New York Times: "Grant non è stata immediatamente disponibile per un commento tramite i suoi rappresentanti. In un messaggio di testo del 30 aprile, un portavoce della US Tennis Association (USTA) ha confermato che Grant aveva informato l'organizzazione che avrebbe rappresentato l'Italia, mentre un portavoce della federazione tennistica italiana, la FITP, ha affermato che Grant e i dirigenti erano in trattative e che un annuncio formale potrebbe avvenire a breve. L'Open d'Italia, per il quale Grant ha ricevuto una wild card per il singolare, inizia il 7 maggio a Roma. Un portavoce della WTA ha confermato che l'organizzazione ha approvato la richiesta di Grant di cambiare la sua nazionalità e che la modifica entrerà in vigore a partire dagli Internazionali d'Italia". Poi il riferimento a Sinner visto che Tyra, di secondo nome Caterina, è cresciuta sportivamente tra Bordighera e Vigevano. Bordighera cioè Riccardo Piatti e Jannik Sinner: Tyra lo ha osservato, ha fatto anche qualche scambio con lui pur avendo sette anni in meno e ovviamente sogna di ripercorrerne le gesta. Finalmente sotto la stessa bandiera.

Tyra Grant, dal tifo per la Juve alle aspettative sul futuro

In un'intervista al Corriere dello Sport, Grant ha parlato così della scelta di abbandonare Borgidhera: "Dopo aver lasciato Piatti avevo fatto delle prove alle accademie di Ferrero in Spagna e Henin in Belgio. Poco dopo sono andata negli USA per giocare Orange Bowl e Eddie Herr (due dei più prestigiosi tornei giovanili, ndc), affiancata da un tecnico della federazione americana con cui mi sono trovata bene. Piatti mi ha dato basi importantissime, ma in America mi hanno aiutata in un momento difficile. In un anno mi hanno portata da numero 600 a numero 2 junior". Poi il tentativo con Lisnard prima di arrivare da Graziano Gavazzi a Casale. "Lisnard (ex coach Andreeva, ndc) è un po’ particolare, infatti sono stata a Cannes solo tre mesi. Poi lo scorso settembre, tornata dagli US Open, sono andata a Casale da mio fratello e lì ho conosciuto Graziano. Tecnicamente rispetta la mia idea di tennis e siamo sulla stessa lunghezza d’onda, in campo e fuori. Lisnard voleva portarmi a giocare un tennis più passivo e non ci siamo trovati". Tifosissima della Juventus (potrebbe essere sugli spalti dell'Olimpico il 10 maggio per la partita contro la Lazio), ha anche detto che non vede l'ora "di giocare al Foro Italico" e di portare a casa qualcosa di davvero importante. Uno Slam, forse? "A me imbarazza tanto dirlo, perché rischia di suonare male, però spero di poter diventare numero 1 del mondo e poter vincere tanti Slam. Non lo dico con presunzione, ma oggettivamente mi alleno per questo. Poi vedremo che carriera avrò".

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