ROMA - Angelo Binaghi, come al solito, non le ha mandate a dire. È ancora una volta il Coni, con la sua gestione attuale e una struttura che secondo il suo parere va stravolta anche tramite un intervento legislativo, l’oggetto della sua critica. Il 26 giugno si va al voto in uno scenario ancora incerto. “Ma perché c’è tutta questa attenzione nei confronti del Coni? Il Coni non è più quello di Petrucci, di Carraro, di Onesti e di quelli che hanno preceduto l’attuale gestione – le parole del presidente della federazione Tennis e Padel a margine degli Stati Generali dello sport organizzati da Forza Italia – L’attuale gestione è partita da ministero dello sport e ha raso al suolo il Coni. Ho sempre condiviso l’idea di Malagò che il valore di un dirigente si misura nella differenza tra quello che trova quando arriva e quello che lascia alla fine. Le conclusioni le faccio trarre a voi”.
Binaghi e la presidenza del Coni
“Inutile che cerchi di appropriarsi di meriti che non sono suoi – ha aggiunto Binaghi, sempre riferendosi a Malagò, che ha chiesto per mesi, senza ottenerla, una deroga alla scadenza del mandato – che sono degli atleti, dei tecnici e al massimo delle federazioni che hanno lavorato meglio in questi anni grazie alla legge Giorgetti, che è stata come una manna dal cielo. Ha dato molti più soldi allo sport italiano. Quello che deve fare un dirigente sono le riforme, è l’efficientamento del sistema. Andate a vedere quello che abbiamo fatto noi nel tennis e misuratelo con quello che ha fatto il Coni. Io presidente Coni? Ma no, in un sistema completamente sbagliato è impossibile. Vi pare normale che tra dieci giorni tre atleti del calcio, che ne rappresentano un milione e duecento mila, si esprimeranno con gli stessi tre voti che hanno il rafting, la dama o che so io il lancio del formaggio. Il sistema è patologico. Credo che appena possibile il Parlamento debba metterci mano. Quando questo verrà sistemato potremmo parlare di merito”.
Sinner è un leone in gabbia
A pochi giorni dagli Internazionali di tennis c’è ovviamente grande attesa per il ritorno in campo di Sinner dopo lo stop di tre mesi. “Sarei contento se si divertisse – ha aggiunto Binaghi – Lo dissi anche a Torino. Questa è una situazione analoga. Da una parte ci saranno gli italiani che sono in astinenza da Sinner, che riverseranno fin dai primi punti tutto il loro affetto nei confronti di Jannik. Dall’altra c’è la sua situazione molto particolare: oggi lui è come un leone in gabbia e quella gabbia è stata finalmente aperta”. Sinner è sbarcato a Roma con l’obiettivo di stupire il mondo, ancora una volta. “Lui ha dimostrato di poter gestire in modo incredibile le situazioni difficili – ha concluso – come ha fatto a Cincinnati vincendo il torneo dopo che la notizia era diventata pubblica. È la persona migliore per farcela”.