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Tartarini, l'intervista: "Musetti in due anni arriverà tra i Top 5"

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Tartarini, l'intervista: "Musetti in due anni arriverà tra i Top 5" LAPRESSE
Oggi Lorenzo cerca il pass per i quarti contro Medvedev. Parla il suo storico coach: "Sta capendo che può vincere anche senza piacersi, ha migliorato i colpi di inizio gioco"

«Portare un bambino della scuola tennis a fare il professionista è già una vittoria. Ma vi dico, già dopo la medaglia olimpica avrei potuto appendere la racchetta al chiodo. Ho visto tanti film su atleti che sognano anche solo di arrivare ai Giochi. Noi siamo saliti sul podio. Adesso siamo entrati nel salotto della Top 10, ma Lorenzo ha 23 anni e non è il traguardo finale». Le critiche gli sono piovute addosso. Probabilmente le ha ascoltate, mai una parola fuori posto, mai una replica piccata. Simone Tartarini ha scelto un’altra via: far parlare il lavoro. Insieme a Lorenzo Musetti ha costruito un team solido, competente, pronto a sostenere la crescita di uno dei talenti più puri del panorama internazionale. Un talento che ha coltivato sin dai primi passi al Circolo Tennis Spezia, portandolo poi sui palcoscenici più importanti del mondo. Più che abbastanza per dimostrare il proprio valore. Ora Musetti sta trovando la sua dimensione. E le due vittorie ottenute a Roma raccontano due anime diverse. Il dominio sporco su Virtanen, la prova più brillante contro Nakashima. Finalmente può essere più di una cosa sola: ed è così che, all’improvviso, tutti lo rispettano. Oggi non farà eccezione nemmeno Medvedev.

Lei con Lorenzo non è mai stato tenero, ma adesso raccogliete i frutti. Non è più solo bellezza. 
«I picchi li ha sempre avuti, adesso è arrivata un po’ di continuità. Ha vinto due buonissimi match. All’esordio era teso e non ha espresso un buon tennis, ma ha sempre tenuto l’avversario a distanza. Contro Nakashima è salito di livello. Non siamo arrivati a destinazione, ma vediamo i risultati del lavoro degli ultimi tre anni. Lorenzo sta capendo che può vincere anche senza piacersi».

In campo quale sarà il prossimo passo? Quanto passerà dal cemento? 
«Statisticamente è più indietro sul cemento, ma ha tutti i mezzi per giocarci bene. Tatticamente era ancora un po’ conservativo, ma la speranza è che il processo in atto dia i frutti. Quindi non servono stravolgimenti, dobbiamo consolidare un atteggiamento che lo porti a gestire le emozioni nel modo giusto. Sono migliorati i colpi di inizio gioco: sul servizio la nuova preparazione lo ha portato a servire meglio. Nei momenti difficili la prima non entrava mai, adesso invece salva la palla break con l’ace». 

Dove vi porterà questo viaggio? Lorenzo giustamente ha detto di giocare per diventare numero 1.  
«Lui è razionale, ma è anche sempre stato precoce come giocatore. È stato numero 1 junior molto presto ed è da 3 anni tra i primi 30. Adesso ci sono otto giocatori davanti a lui: non sono tanti, ma neanche pochi. Per raggiungere la Top 5 e aspirare a qualcosa di più dobbiamo migliorare tatticamente sul veloce. Per il numero 1 però si devono combinare dei fattori ed è un posto per un solo giocatore, in questo momento Jannik. Ma la Top 5 possiamo raggiungerla nel giro di un paio d’anni». 

A proposito, Sinner come le è sembrato? 
«È stato un fenomeno nel gestire le pressioni derivanti da una situazione molto particolare. Nei tre mesi si è allenato, ma la partita è la partita. Al rientro un po’ di fatica si fa, è stato così anche per lui. Ma ha superato bene l’esordio e ovviamente ha i margini per crescere».  

Roma toglie tante energie come dicono? 
«È impegnativo. Il pubblico è calorosissimo e in campo ti aiuta, ma fuori triplicano le interviste e i tifosi ti chiedono tante foto e autografi. Nell’arco di due settimane le energie vanno gestite bene perché le giornate sono pesanti. Due giorni fa siamo arrivati alle 8 per il singolare e siamo andati via a mezzanotte dopo il doppio».  

Come avete preparato la partita contro Medvedev? 
«Nel 2023 ci giocammo due volte in una settimana e mezzo perdendoci. Sulla terra però è un altro sport, ma anche qui dovremo giocare parecchi scambi, lui parte da lontano e gradisce il punto lungo. Lorenzo deve accettare questa situazione ma allo stesso tempo deve provare a far gioco, portando Daniil sul dritto dove risulta meno fastidioso. Serviranno anche variazioni e smorzate. Sarà una partita dura, ma è nelle nostre corde e si andrà per vincere».  

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