ROMA - Mensik ieri come De Minaur appena tre giorni fa, o come Popyrin nel 2023. Solo per citare i casi (e le vittime) più eclatanti. Scommettitori-disturbatori, maleducati, cafoni: possono essere molti gli appellativi e gli aggettivi, ma la sostanza è la stessa per tutti. Si muovono spesso in gruppo, si appostano su comodi e costosi seggiolini a ridosso del campo e fanno dell’insulto ai giocatori il loro sport preferito. Un tiro al bersaglio continuo con battutine e versi che infastidiscono, esasperano e possono creare un danno in un momento delicato del match.
Foro Italico, Mensik a nervi tesi
L’ultimo a farne le spese è stato Jakub Mensik, che ieri è riuscito ad avere la meglio contro Fabian Marozsan. E di certo non lo hanno aiutato i ragazzi - forse è esagerato definirli spettatori - che lo hanno beccato a più riprese, tanto da costringerlo a lamentarsi e a rispondere loro. A fine match al ceco non è sembrato vero potersi “vendicare” rivolgendosi a loro come per dire “ecco, e adesso?”. Stessa scena sabato sera, di nuovo sulla Grand Stand Arena che evidentemente più del Centrale si presta a questo genere di intemperanze. In campo c’erano Nardi e de Minaur, quest'ultimo preso di mira da due personaggi. L’australiano ha provato a resistere ma poi è sbottato e si è diretto infuriato contro di loro. Anche il giudice di sedia è dovuto scendere per dire «O la smettete o vi faccio allontanare».
Internazionali, i tipster sono un problema
Questo particolare tipo di fauna da spalti è ben conosciuto da chi frequenta i campi da tennis, in particolare quelli più lontani dai riflettori. Scommettitori (o tipster, per usare il gergo più corretto) ma anche semplici disturbatori, spesso le caratteristiche si sovrappongono. Nel primo caso la conseguenza di indirizzare un game o un semplice punto è “ti do fastidio, magari ti faccio perdere, io incasso”. Nel secondo, sono maleducato e faccio come mi pare. Mettono in pratica dal vivo quello che magari già sono abituati a fare sui social, lì senza nemmeno un arbitro che possa intervenire.
Tennis, arrivano le squadra antibetting
La questione, dicevamo, è nota ai veri tifosi che sempre più frequentemente chiedono di prendere provvedimenti, infastiditi da chi rovina l’atmosfera che si respira in tribuna. E Roma non fa eccezione, anche se - nessuno si offenda - il tifo non ricorda certo il distacco di una guardia svizzera. Ma il fenomeno è ovviamente sotto la lente di organizzatori e addetti ai lavori, che spesso devono mediare tra il diritto alla serenità dei giocatori e il diritto al posto acquistato da parte del pubblico. Nei circuiti esistono squadre antibetting di Atp e Wta che impiegano anche incaricati locali nell’attività di security: nei Challenger e nei Futures è molto più usuale un intervento che allontana gli scommettitori. Per i maleducati ci si sta ancora attrezzando.