Dove eravamo rimasti? Ah sì, Carlos Alcaraz vince gli Internazionali di Roma, battendo in finale Jannik Sinner in due set. Primo tirato e portato a casa al tiebreak, secondo senza storie con un 6-1 che ha evidenziato il gap, almeno sulla terra rossa, tra il n.1 del mondo e lo spagnolo. Un gap accentuato da una condizione non ottimale dell’altoatesino vista la squalifica di tre mesi finita di scontare proprio poco prima dell’inizio del torneo di Roma. L’obiettivo iniziale era quello di giocare un paio di partite, ma Jannik è andato ben oltre, fino alla finale, cancellandosi così dal torneo di Amburgo per concentrarsi ora definitivamente sul Roland Garros. Sinner, infatti, è a Parigi da poche ore e oggi ha scoperto il suo percorso: con Carlos si potrà incontrare solo in finale per un epilogo che tutti sperano possa esserci nuovamente. Nel frattempo il tabellone non sorride all’azzurro perché dopo l’esordio contro il francese Arthur Rinderknech e un possibile secondo turno con il padrone di casa, Richard Gasquet, ecco che le vere insidie si palesano dai quarti in poi (Jack Draper). In semifinale, invece, uno tra Alexander Zverev (finalista lo scorso anno) e Novak Djokovic.
Alcaraz-Sinner, rivalità infinita
Insomma, rispetto al tabellone di Roma si alza il livello, non fosse solo perché questo è il secondo slam della stagione. Lo scorso anno Jannik fece semifinale dove perse in cinque set proprio contro Alcaraz, oggi, come detto, i due potranno incontrarsi solo in finale, ma nel frattempo la rivalità è tornata a farsi sentire. “Sono i due antagonisti per eccellenza”, ha detto recentemente Djokovic con lo spagnolo che è stato l’unico negli ultimi 9 mesi a battere Sinner. Ci è riuscito a Roma e prima ancora lo scorso 2 ottobre in Cina, in mezzo un’imbattibilità durante oltre venti partite e che solo Carlos è riuscito a scalfire. I precedenti sulla terra, poi, continuano a sorridere al n.2 del mondo e l’azzurro ne è consapevole, per questo dopo aver perso a Roma ha parlato di “dettagli su cui lavorare”. In questo momento, infatti, Carlos ha più armi a disposizione, oltre che una miglior condizione e fluidità nella corsa. Lo ha dimostrato nella Capitale e proverà e riconfermarsi a Parigi, dove gli è sfuggita la medaglia olimpica, ma non il primo titolo al Roland Garros.