Gli spogliatoi del Philippe-Chatrier di Parigi hanno un sistema di insonorizzazione per cui si sente poco, davvero poco, di quello che accade all'esterno. Forse è anche per questo che dopo aver perso la battaglia da oltre cinque ore con Alcaraz al Roland Garros, con quei match point falliti e l'incredibile rimonta dello spagnolo, Jannik Sinner è rimasto davvero solo con se stesso. Silenzio. Dentro e fuori la sua testa. Il suo coach, che quando serve è amico, fratello e padre, Darren Cahill, lo ha spiegato benissimo. E dalle sue parole sembrava davvero di vedere Jannik a testa bassa, in lacrime, devastato. Una mazzata così non è facile da digerire, anche se Sinner quando serve sa essere più macchina che uomo. In fondo, però, è sempre un ragazzo di ventitré anni che ha vissuto gli ultimi 12 mesi sulle montagne russe. E allora, sussurra chi lo conosce bene, non c'è da stupirsi che ad Halle, contro un avversario in giornata di grazia, sia uscito agli ottavi. Non si può vincere sempre. Contro gli altri e, a volte, contro se stessi. Bisogna lasciar andare. Prendersi una pausa. Staccarsi da tutto, comprese le assurde polemiche sulla concomitanza tra il lancio della collaborazione con Bocelli e l'inaspettato ko sull'erba tedesca (bene ha fatto Paolo Bertolucci su X a rispondere a tutte le follie scritte).
Sinner, cosa ha detto dopo la sconfitta contro Bublik
"Onestamente un po' di pausa mi fa bene". Jannik Sinner lo ha confessato subito dopo la partita persa ad Halle contro Aleksandr Bublik, e ammettere una cosa del genere per uno che ha il rifiuto della sconfitta nel dna non è una cosa banale. Perché significa che anche lui è umano. Altro che ripartenza lenta: dopo i tre mesi di stop per il caso Clostebol, il numero 1 del mondo - che rimarrà tale nonostante i 450 punti persi dalla mancata difesa del titolo in Germania - è tornato subito a mille: finale a Roma, finale a Parigi, prima di una sconfitta contro un avversario diverso da Carlos Alcaraz che non gli capitava da agosto (Rublev in Canada) e che ha fatto dispiacere i tifosi abituati a vederlo sempre vincere. "Mi serve qualche giorno di pausa prima di Wimbledon, poi abbiamo una settimana per prepararci", ha proseguito Sinner, che nei prossimi giorni arriverà a Londra, dove nel 2022 iniziò la collaborazione con Darren Cahill - arrivato nel team qualche mese dopo Simone Vagnozzi -, e dove Jannik proverà a diventare il secondo italiano ad arrivare in finale dopo Matteo Berrettini nel 2021. Tanto basta a rimettere le cose a posto. Almeno per adesso l'insonorizzazione deve essere nella sua testa. Solo lì. Arriva Wimbledon, God save Jannik.