Ha raggiunto i quarti di finale di Wimbledon e ha fatto commuovere tanti, non solo suo padre. Persino il New York Times, che non fa sconti a nessuno, ha regalato a Flavio Cobolli un ritratto raro, in cui ha raccontato segreti e retroscena del tennista "che parla con un tono di voce soft, scherza con Alcaraz e poteva fare il calciatore nella Roma". L'articolo racconta Cobolli in tutto e per tutto, partendo da un presupposto scontato, forse, per noi italiani ma non per gli americani: "È un giovane tennista italiano, ma non è Jannik Sinner o Lorenzo Musetti . È un atleta emergente, ma non è un Ben Shelton o un Joao Fonseca. Avrebbe potuto diventare un calciatore famoso, ma da adolescente abbandonò il settore giovanile della Roma , un club di Serie A. E parla così piano che a volte è impossibile sentirlo senza avvicinarsi". Il racconto del NYT si fa via via più appronfondito e racconta come Cobolli, senza essere un predestinato, stia entrando nel tennis mondiale partita dopo partita, set dopo set: "Flavio Cobolli, un ventitreenne italiano discreto ma sicuro di sé, è passato inosservato durante la sua giovane carriera tennistica. Ora è molto più difficile, perché ha appena raggiunto il suo primo quarto di finale in un torneo del Grande Slam, dopo aver vinto il titolo più importante della sua carriera".
Cobolli tra Sinner, De Rossi e la Roma
C'è spazio anche per Sinner, la Roma e De Rossi. In sintesi, c'è spazio per tutto Cobolli, quello che è stato e quello che è: "Ha affrontato Alcaraz e Djokovic, i principali atleti del circuito ATP, ma non ancora Sinner, un connazionale, un caro amico e un poliedrico sportivo come lui. Il passato di Sinner come sciatore di alto livello è ben noto, ma se la carriera di Cobolli avesse preso una direzione diversa, avrebbe potuto giocare come calciatore della Roma in Serie A. Terzino destro nel settore giovanile per cinque anni, a 14 anni ha deciso di intraprendere la carriera tennistica. Molti dei suoi amici sono poi entrati a far parte della prima squadra della Roma, con alcuni di loro gioca a padel. Sebbene sia nato e cresciuto a Firenze, la Roma è la passione più grande di Cobolli. Va alle partite ogni volta che può e segue la squadra ossessivamente durante il tour, preferendo generalmente guardare il calcio al tennis. Quando ha vinto il titolo di doppio maschile del Roland Garros a 18 anni nel 2020, Cobolli ha festeggiato alzando al cielo una sciarpa della Roma. Non l'aveva pianificato; è stato semplicemente il momento giusto. La sua passione si estende anche a uno dei suoi tanti tatuaggi. Ha la frase: "Sei tu l'unica mia sposa, sei tu l'unico mio amor" tatuata sul petto. È una citazione sulla Roma della leggenda del club Daniele De Rossi, che l'ha scritta sulla fascia da capitano".
Cobolli e le lacrime che fanno il giro del mondo
Infine, c'è spazio per il racconto di quelle lacrime - sue e della famiglia, amici compresi - che hanno fatto il giro del mondo: "Non mi piace giocare in squadra", ha detto. "Mi piace giocare da solo. Amo stare da solo nella mia vita. Non mi piace perdere per colpa di qualcun altro. Voglio vincere per colpa mia. In squadra, è diverso." Eppure, mentre ruggiva di gioia dopo aver battuto Čilić sul campo numero 2, a emergere sono state le emozioni della sua squadra, alcuni erano in lacrime. Cercherà di vincere di nuovo da solo mercoledì, nei quarti di finale di Wimbledon". E tutta l'Italia, contro Djokovic, tiferà per lui.