Questi dieci giorni hanno dimostrato che di fame di tennis, a Roma, ce n’è tanta. Un’edizione da record, quella degli Internazionali d’Italia, che non può non far sognare per il futuro. Entusiasmo genera entusiasmo, e la Federazione Italiana Tennis e Padel è già al lavoro per rendere il torneo sulla terra rossa romana sempre più rilevante. D’altronde, in quasi un quarto di secolo di presidenza di Angelo Binaghi la federazione ha dimostrato di avere idee e la capacità di progettarle in maniera sostenibile, arrivando a rendere il tennis lo sport più popolare in Italia. E ieri è arrivato l’annuncio ufficiale del progetto riguardante la copertura del campo centrale al Foro.
Centrale coperto agli Internazionali, progetto e scenari
Poco prima che Jannik Sinner scendesse in campo per travolgere Casper Ruud nei quarti di finale del torneo, al Foro si è tenuto "Punti di Vista", il talk promosso da Fitp e Sport e Salute. È in questa occasione che, alla presenza anche del ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, è stato annunciato che la copertura sul Centrale arriverà entro il 2028. Binaghi ha parlato di progetto non più procrastinabile per il livello e le ambizioni del torneo, sottolineando anche che questo intervento porterà ad avere duemila posti in più sugli spalti. Con la copertura, inoltre, il Centrale diventa interdisciplinare: “Nel nostro intendimento, questo è un impianto che lavorerà circa 150 giorni all’anno, per eventi sportivi e non solo”, ha voluto sottolineare Marco Mezzaroma, presidente di Sport e Salute. Una prospettiva nuova, che renderà il Foro sempre più il cuore dello sport italiano.
Il cronoprogramma: si parte dopo gli Internazionali 2026
Tre anni, quindi, per vedere il nuovo volto degli Internazionali, già rinnovati per questa edizione con il nuovo site e i campi nello Stadio dei Marmi. Le varie autorizzazioni arriveranno entro fine autunno, poi da dicembre ad aprile 2026 verranno attuate le procedure di gara per iniziare i cantieri dopo l’edizione 2026 del torneo. A seguire, 18 mesi di lavori previsti nei periodi in cui non si disputerà il torneo.
Dopo i lavori, l’assalto al quinto Slam
Si corre veloce, quindi, perché completare in tempi brevi anche questo capitolo vuol dire poter pensare il prima possibile a quello che rimane ancora da raggiungere. L’obiettivo è chiaro, rendere sempre più concreto il sogno di fare di Roma il quinto Slam. Se ne parla da molto ma gli ostacoli sono diversi. Prima di tutto il calendario: oltre alla questione Madrid, bisogna considerare la vicinanza attuale nel calendario tra Roma e il Roland Garros. Un passo alla volta: lo scenario è già cambiato molto in un anno e la federazione, guidata dal vulcanico (e concreto) presidente Binaghi, ha già dimostrato di sapere come agire per fare le cose bene e in grande.