Darren Cahill ha rivelato alcuni retroscena molto interessanti, alla vigilia della finale tra Sinner e Alcaraz a Roma (CLICCA QUI PER SEGUIRE LA FINALE). Il super coach di Jannik ha parlato delle diverse difficoltà affrontate per gestire il rientro dopo i tre mesi di sospensione per il caso Clostebol. “Una delle sfide più grandi che abbiamo dovuto affrontare negli ultimi tre mesi - ha detto Cahill in un'intervista a SkySports Uk - e in particolare negli ultimi due, quando abbiamo iniziato ad avvicinarci un po’ di più al rientro, è stato cercare di replicare le situazioni che affronta in partita e abbiamo scoperto che lui troppo spesso aveva cali di concentrazione quando giocavamo a punti. Si allenava sempre bene, colpiva la palla sempre bene, ma perdeva la concentrazione. Quindi sono dovuto perfino salire sulla sedia dell’arbitro e cronometrarlo a 25 secondi di distanza tra un punto e l’altro. Gli ho fatto notare un paio di violazioni. Ho ricevuto una piccola spinta in cambio, ma stavo cercando di farlo rientrare nel ritmo dei punti e delle partite per assicurarmi che a Roma sarebbe arrivato al top e forse ha funzionato. Nei primi due match forse ha faticato a trovare il giusto ritmo e tempismo, ma poi ci è riuscito abbastanza in fretta".
La sfida con Alcaraz: "Così Sinner può vincere"
Ora c'è la sfida più attesa e affascinante. Quella tra il numero uno e il numero due (ufficialmente da lunedì) al mondo. Quella tra i due rivali che si sono spartiti gli ultimi cinque Slam. "Con Alcaraz può vincere - commenta Cahill - e non so voi, ma io adoro questi scontri tra loro due e non vedo l’ora. Sono due ragazzi fantastici, due giocatori fantastici anche se diversi. La cosa più importante da fare per Jannik sarà tenere la palla lontana dal centro del campo, perché è lì che Carlos gioca il suo miglior tennis e controlla i punti. Quindi se Jannik riuscisse a giocare quel suo tennis che abbiamo visto un paio di volte qui, allora avrebbe buone chance. Ma sono emozionato come tutti, adoro questi incontri. Ora hanno giocato abbastanza partite da sapere cosa l’altro è capace di fare. Quindi molto dipenderà da quello che succederà dalla loro parte del campo e dalle condizioni atmosferiche alle 17 di domenica. Sarà una giornata non molto calda, quindi la palla non volerà dappertutto. Dovranno impegnarsi per fare il punto, entrerà in gioco la pazienza. Sarà importante anche variare il gioco e andare a rete. Sappiamo che Carlos farà molte smorzate, quindi anche Jannik dovrà farlo. Quindi ci sono tante variazioni all’interno del match ed è qui che posso dare la colpa a Vagnozzi. È lui che dà le istruzioni e ne parliamo continuamente. Ci siamo seduti e abbiamo guardato un sacco di registrazioni. Ci piace guardare Carlos giocare anche quando non affronta Sinner. Quindi penso che sarà una grande partita e quale posto migliore se non Roma?"
Cahill: "Il primo set con Paul? Ho sbagliato anche io"
Il primo set con Paul non se lo aspettava nemmeno Cahill, che poi analizza il motivo di quella falsa partenza, inusuale per Sinner: "È stato difficile per lui contro Paul - spiega Cahill - dopo aver giocato una partita così perfetta contro Casper Ruud. È anche un po’ colpa mia, perché come allenatore non sai bene come preparare i tuoi giocatori dopo che hanno giocato così bene. È come vincere un torneo. E forse avrei dovuto resettarlo un po’, riportarlo sulla griglia di partenza come una macchina da Formula Uno. Dirgli, questa è una nuova partita, non pensare a quello che ho fatto ieri sera. Dobbiamo tornare là fuori e ricominciare da zero. Non l’ho fatto perché volevo vedere se riusciva a continuare a far girare la palla in quel modo, ma non ci è riuscito. E bisogno riconoscere a Jannik il merito di aver apportato le modifiche necessarie insieme a Simone Vagnozzi nel secondo e nel terzo set. E penso che abbia fatto un lavoro incredibile per ribaltare la situazione. Onestamente a Roma puntavamo ad arrivare al secondo o terzo turno, perché volevamo che facesse un paio di partite, per abituarsi di nuovo a giocare. Non sapevamo come avrebbe reagito il suo corpo dopo quattro mesi senza giocare a tennis. Devi affrontare ogni genere di cosa, tutti i fastidi, le vesciche, le mani doloranti, e spingerti oltre durante una partita è molto diverso che farlo in allenamento”.