Non ci sono solo dritti, rovesci e volée nella sfida tra Alcaraz e Sinner. Così come in campo, nella finale degli Internazionali, non andranno solo i titoli o gli slam. Jannik e Carlos ormai sono due aziende itineranti che fatturano oltre 50 milioni all’anno. Due multinazionali con quella dell’altoatesino in forte espansione, grazie ai consigli dell’amico-manager Alex Vittur. Ma partiamo dai premi sportivi con Sinner capace di raggiungere la soglia dei 30 milioni, basti pensare che solo lo Us Open vinto lo scorso anno vale circa 3 milioni, mentre lo slam di Melbourne sui 2. Risponde il n.3 del mondo che lo scorso anno ha trionfato Roland Garros e Wimbledon (rispettivamente 2,4 e 3,25 milioni di vincita). Entrambi poi devono aggiungere i successi nei ‘mille’ e qui spicca Indian Wells (1,015 milioni di euro) e la medaglia d’argento alle Olimpiadi di Parigi (solo 48.000 euro).

Sinner-Alcaraz, la battaglia degli sponsor

Ma come detto Jannik e Carlos sono due aziende, per questo il discorso sponsor è dominante nel loro impero costruito nei primi anni di carriera. L’azzurro è testimonial di grandi brand; Rolex, Gucci, Fastweb, Lavazza, Intesa San Paolo, Parmigiano Reggiano e altre aziende ancora lo vogliono. Complessivamente altri 10 milioni di euro all’anno. E nemmeno la squalifica di 3 mesi per il caso clostebol ha inciso perché nessun’azienda ha deciso di lasciare il ‘rosso’ più famoso del pianeta. Tant’è che Nike con Jannik ha sottoscritto un contratto decennale da 150 milioni, praticamente una quindicina a stagione. Discorso molto simile per Alcaraz, anche lui pieno di brand di lusso, Nike compresa (valutato circa 15-20 milioni all’anno), che lo ‘scortano’ nella sua carriera. Poi ci sono Rolex, BMW, Louis Vuitton, Calvin Klein, Babolat e ElPozo. Una battaglia all’ultimo dollaro, o euro, come preferite. Intanto questo pomeriggio sul Centrale scenderanno in campo per prendersi il titolo di re di Roma.