Non solo Jannik Sinner e non solo il tennis. Lo straordinario trionfo di Jasmine Paolini ieri agli Internazionali a Roma è solo l’ultimo di una lunga serie che certifica come lo sport italiano sia anche donna. Spesso vittime di preconcetti e pregiudizi appartenenti a una cultura obsoleta e superata, le “nostre” ragazze stanno dimostrando che lo sport femminile è forte e competitivo. I talenti “in rosa” fioccano in numerosi sport, sulla scia di quella multidisciplinarietà che è una splendida caratteristica dell’intero movimento italiano. Paolini ieri ha domato la statunitense Coco Gauff sotto gli occhi del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: un altro segnale della rilevanza sempre maggiore dello sport femminile in Italia.
Da Paolini a Brignone, campionesse e icone
Jasmine ruggisce sotto il sole di Roma e poi illumina il centrale del Foro Italico col suo sorriso e la sua energia quando mette a segno il match point. Paolini si consolida così sempre più come icona dello sport e del tennis italiano, raccogliendo l’eredità di Francesca Schiavone, Flavia Pennetta e Roberta Vinci, mentre si diverte e vince anche nel doppio con Sara Errani, il “collante” tra le due generazioni. Ma lo sport femminile italiano è pieno di icone, nel nome della multidisciplinarietà già richiamata. Ecco, quindi, che nello sci alpino dominano Federica Brignone e Sofia Goggia. La prima ha concluso una stagione stellare, con tanto di seconda Coppa del Mondo generale, prima di rimediare il terribile infortunio che ora la vede a rischio per le Olimpiadi di Milano-Cortina.
Egonu e Battocletti, atlete d’oro
E poi c’è Paola Egonu, volto da copertina della Nazionale di volley femminile che fa scuola nel mondo e che a Parigi ha vinto la sua prima medaglia d’oro olimpica. Ma anche l’atletica, uno dei campi storicamente più difficile per le azzurre. Qui, Nadia Battocletti scrive in continuazione nuove pagine di storia: tre ori europei su tre superfici diverse (pista, cross e asfalto) nel giro di dieci mesi, con in mezzo l’argento nei 10.000 a Parigi. La trentina non ha intenzione di fermarsi e mette nel mirino i mondiali di Tokyo della prossima estate.
L’eredità di Federica Pellegrini
Un movimento florido che regala una miriade di nomi da prima pagina. Volti da copertina ma tremendamente concreti, un orgoglio per gli italiani che celebrano il rosa dello sport nostrano. Icone come non si vedevano dai tempi di Federica Pellegrini, forse la più grande di sempre nell’abbinare risultati sportivi straordinari alla capacità di rompere le barriere, abbattere quei muri diventando parte della cultura popolare. E, a proposito di nuoto, anche qui “La Divina” ha già le sue eredi: Sara Curtis è ormai una certezza, e il doppio record italiano lo scorso aprile agli Assoluti di Riccione, nei 100 (battuto il primato proprio di Pellegrini) e 50 stile libero, lo testimoniano. E alle sue spalle sta già crescendo la 14enne Alessandra Mao, veneziana come Federica.