Alcaraz aveva bisogno di Sinner: lui si nutre della rivalità con Jannik. Adesso che il numero uno al mondo è tornato si sente meglio. Ieri Carlos ha giocato una finale strepitosa a Roma, dimostrando che almeno sulla terra rossa è il più forte. Dopo aver detto che loro due non sono amici stretti, perché in campo sono rivali, alla vigilia della finale è tornato a parlare del caso Clostebol, rivelando di non aver sentito Sinner in quel momento difficile: "In questi tre mesi non potevo immaginare come stesse - ha detto Alcaraz - posso capire quello che dice quando parla dei giocatori che non lo hanno chiamato in questo periodo. Non l'ho chiamato, non so se si aspettasse una mia chiamata e non so se si riferisse a me. Ci siamo sentiti qualche volta quando ha avuto qualche infortunio, ma non questa volta. Ma non si trattava di essere d'accordo o meno. Voglio dire, stavo giocando. Ero anche con i miei pensieri. Onestamente, posso capire che sia rimasto sorpreso da altri giocatori che non lo hanno chiamato. È nel suo diritto dirlo".
La rivalità tra Alcaraz e Sinner
La rivalità tra loro due non fa rimpiangere i Big Three. Adesso che Sinner è tornato, la finale a Roma è stata solo un ricco antipasto di quello che aspetta gli appassionati di tennis nei prossimi anni: "Il livello che ha raggiunto in questo torneo è pazzesco dopo tre mesi senza giocare, senza alcun torneo. Voglio dire, quello che ha fatto è incredibile. È qualcosa che devo rispettare. Sono sicuro che migliorerà sempre di più. In questa settimana di allenamento si sentirà meglio. Se vincerà al Roland Garros e andrà più lontano, penso che si sentirà molto meglio. Sarà pericoloso. Sarà un giocatore molto pericoloso a Parigi. È il migliore del mondo. Non importa che sia stato fuori dal circuito per tre mesi. In ogni torneo che disputa, gioca alla grande. I numeri sono quelli. Voglio dire, vince quasi ogni partita che gioca. Per questo sono ancora più concentrato quando gioco contro di lui. Se non gioco al meglio, è impossibile batterlo. Ecco perché sono più concentrato quando gioco contro di lui, o mi sento un po' diverso quando lo affronto rispetto ad altri giocatori. Penso che ovviamente per gli altri giocatori sia lo stesso quando affrontano Jannik. È una sensazione diversa. Ha quell'aura. Quando lo vedi dall'altra parte della rete, è un po' diverso. Per questo motivo, ovviamente, ho l'impressione che la gente eserciti una certa pressione, diciamo così, su entrambi quando ci affrontiamo".