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Volandri: "Sinner? Il pubblico sarà fondamentale". E su Djokovic...

Intervista al capitano di Coppa Davis dopo il sorteggio delle Atp Finals di Torino: "Nessuno ha l’intelligenza tattica di Nole. La Coppa? Scelte non facili, squadra ricca"

«A Torino Jannik può fare bene e l’energia del pubblico sarà fondamentale: la utilizza sempre meglio. Djokovic, cosa ha in più degli altri? Trova la quadra anche quando fatica, sa gestire i punti importanti e ha un’intelligenza tattica che nessuno ha raggiunto». Filippo Volandri ha le idee chiare ed è pronto ad immergersi in una nuova edizione delle Nitto ATP Finals. Il capitano di Coppa Davis sarà impegnato in una doppia veste: prosegue la proficua collaborazione nello studio di Sky Sport che trasmetterà tutto il torneo.

Due anni di Sinner. Nel 2021 le prime Finals e l’esordio in Davis con lei capitano, quanto è migliorato da allora?

«Tantissimo, è un giocatore nuovo e più completo. Questo processo è iniziato con la convocazione di Bratislava, lui si presentò con il nuovo team. Il processo di crescita è stato rapido, le parti di gioco che ha acquisito di solito richiedono più tempo. I margini sono ancora enormi».

Cosa si può fare meglio?

«La fase di transizione, la ricerca della rete e la volée come esecuzione. La partita di Pechino contro Medvedev ha fatto capire che è sulla strada giusta, lì ho visto tanto serve and volley. Adesso va più spesso a rete, anche a costo di sbagliare».

A posteriori Jannik ha fatto bene a saltare Bologna?

«Demonizzare i nostri campioni non serve a nessuno. Jannik ha le idee chiare ed è quello che negli ultimi tre anni ha più presenze in Davis, dobbiamo rispettare queste scelte. Abbiamo una squadra importante, anche quando manca il n. 4 del mondo».

Sono anche due anni di Volandri capitano. Della sua crescita cosa dice?

«Nel 2021 per me era una prima volta e, al di là di Fognini e Bolelli, avevo una squadra molto giovane. Musetti, Sinner, Arnaldi e Sonego hanno esordito con me. Adesso ho più esperienza e credo di essere più avanti di quanto mi aspettassi in questo percorso. Ho la fortuna di avere un gruppo ricco e quando perdiamo qualcuno, effettivamente è sempre successo, abbiamo la possibilità di compensare con giocatori di spessore. Non fosse stato così forse non avremmo fatto una semifinale e non saremmo a Malaga di nuovo».

L’esordio di Musetti a Bratislava, Berrettini in doppio con il Canada, Sonego al posto di Musetti a Bologna. Qual è stata la decisione più sofferta e coraggiosa della sua gestione?

«Ci sono state scelte coraggiose e molte hanno portato risultati, ma non bisogna ridurre le valutazioni solo tra vittoria e sconfitta. Le scelte dolorose in realtà le faccio quando devo fare le convocazioni se ho il gruppo al completo. Lo scorso anno dovetti escludere Sonego da Bologna. Poi a prescindere da chi va in campo ho la disponibilità dei ragazzi, quindi quelle diventano più facili».

A Malaga non ci sarà Berrettini. Presto scopriremo il nuovo coach, lei cosa si augura?

«Se sarà italiano o straniero cambierà poco, l’importante è che sia un allenatore di qualità. Io mi augurò che Matteo possa giocare dieci mesi, perché lui non ha niente da dimostrare e deve solo trovare continuità».

Come si svilupperanno i suoi impegni durante le Finals?

«Farò parte della squadra di Sky e sarò impegnato negli studi. Non sarò in telecronaca, essendoci Jannik preferisco guardare ed analizzare le partite da bordocampo. Lavorerò fino a giovedì, poi partirò per Malaga dove ci attende un’altra avventura».

A chi la critica per gli impegni extra nazionale cosa risponde?

«Io sono un direttore tecnico del settore maschile e capitano di Coppa Davis, non sono il coach dei ragazzi. Quando vado agli Slam lo faccio per poterli vedere e per stare con i loro team. Con Sky faccio circa cinque settimane all’anno e ho un accordo che mi permette di affrontare l’impegno con i giocatori. Poi partecipo agli studi, solitamente quelli di fine giornata, quando l’altro lavoro è concluso. Purtroppo anche chi non sa dice la sua, ma fa parte del gioco».

A Malaga si va per vincere. Quanto sarà difficile?

«L’obiettivo è sempre quello, ma in una final eight ci sono solo squadre forti e contro l’Olanda sarà un quarto di finale tosto. Noi non siamo al completo, ma sono abituato ad organizzarmi con ciò che ho».

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