Tutti in piedi per Rafa Nadal. Non solo i 15 mila dello Philippe-Chatrier al Roland Garros, ma anche i suoi tre grandi rivali storici e amici che all'improvviso entrano in campo: Roger Federer, Novak Djokovic e Andy Murray. Sono immagini da brividi, che entreranno nella storia del tennis. Rafa si emoziona, piange e ringrazia i suoi rivali: “Dopo aver combattuto per ogni cosa in questi anni - dice Nadal - è incredibile come il tempo cambi la prospettiva di quello che pensi di certe persone. Dopo tutto questo tempo non possiamo fare altro che essere contenti e orgogliosi di quello che abbiamo ottenuto, abbiamo costruito una grandissima rivalità ma lo abbiamo fatto nel modo giusto. Siamo stati grandissimi rivali, ma tra noi non è mai mancato il rispetto che ha reso magica la nostra rivalità. Sul campo mi avete fatto vivere anche momenti difficili, ma mi sono goduto il fatto di essere spinto al limite ogni giorno per poter competere contro di voi. Alla fine il tennis è solo un gioco e non dobbiamo dimenticarlo. Possiamo mandare questo messaggio al mondo: possiamo essere grandi amici, oltre che rivali sul campo”.
Il messaggio per lo Zio Toni
Molto emozionante anche il messaggio per lo Zio Toni, suo storico allenatore: “Sei la ragione principale per cui sono qui. Senza di te, niente di tutto questo sarebbe stato possibile. È stato difficile, ma ne è valsa la pena. Grazie per aver dedicato parte della tua vita a stare con me. Senza dubbio, sei stato il miglior allenatore che potessi avere". A 20 anni esatti dalla sua prima partita sullo Philippe-Chatrier, a Parigi il tributo per Rafa Nadal è veramente da brividi: sugli spalti hanno tutti una maglia arancione con scritto "Merci Rafa", compreso un emozionatissimo Carlos Alcaraz. Il maiorchino a Parigi è una leggenda, qui ha vinto 14 volte: 2005, 2006, 2007, 2008, 2010, 2011, 2012, 2013, 2014, 2017, 2018, 2019, 2020 e 2022. C'è anche una statua dedicata a lui al Roland Garros.
Il discorso di Rafa Nadal
Rafa, dopo una lunghissima ovazione, ha letto un discorso con la voce rotta dall'emozione: "È una storia incredibile, iniziata nel 2004, quando sono arrivato al Roland Garros per la prima volta. A causa dell'infortunio al piede riuscivo a malapena a camminare. Ma quell'anno sono salito sul tetto del campo con le stampelle e ho guardato il campo da lassù. Sognavo di tornare l'anno successivo per competere. Nel 2005, ho finalmente potuto competere qui per la prima volta. Avevo 18 anni. E la mia prima grande esperienza è stata la partita contro il mio amico d'infanzia e rivale Richard Gasquet. Da quel giorno in poi, ho capito appieno cosa significasse il Roland Garros. Ho vissuto tutto in questi vent'anni. Ho avuto rivali incredibili, come Andy, Roger e Novak. E naturalmente, molti altri che mi hanno spinto al limite fisico e mentale. Davvero, niente avrebbe potuto essere più emozionante di queste rivalità di lunga data che hanno spinto tutti noi a migliorare ogni singolo giorno. Il Roland Garros è unico, non solo perché è una parte fondamentale della storia del tennis. Ma anche per tutte le persone che lavorano instancabilmente, sempre con il sorriso sulle labbra. rendono questo torneo quello che è. Unico. Non posso nominare tutti, ma voglio ringraziare in modo speciale gli ex presidenti della Federazione Francese di Tennis. E le persone che forse non conoscete... ma che mi hanno sostenuto in ogni modo possibile. Tutti mi hanno dimostrato una tale gentilezza e affetto che non ho parole per ringraziarvi abbastanza per tutto quello che avete fatto per me". Alla fine ha lasciato un'impronta leggendaria con il piede a bordocampo, ed è uscito con suo figlio in braccio. Cala il sipario, emozioni forti a Parigi.