Sinner è pronto a voltare pagina. Il rientro si avvicina a grandi passi: Roma lo aspetta, è pronta ad accoglierla come un re. E lui pian piano si sta ricalando nel suo ruolo, dopo tre mesi trascorsi lontano dai riflettori. Tra spot, interviste e allenamenti sempre più intensi Jannik si sta riprendendo la sua vita. In un'intervista con il gruppo Intesa San Paolo, il numero uno al mondo ha raccontato qual è secondo lui la chiave del successo: “La chiave è che ogni giorno è un’opportunità - ha detto Sinner - . La partita è un’opportunità per far vedere alla gente che sei migliorato. Anche in allenamento, se sei costante prima o poi i risultati arrivano”.
Sinner, la ricetta per il successo
La ricetta di Sinner ha pochi ingredienti, ma ben miscelati: “Metto la dedizione al primo posto, ci sono tante giornate in cui sei stanco e magari non hai neanche voglia, però sei lì e magari fai anche mezz’ora in più e questo fa la differenza. Il talento va all’ultimo posto. La costanza è molto importante, la passione è normale averla. Se metti tutte queste cose insieme e hai pure talento, allora diventi un giocatore fortissimo”. Per una ricetta di grande successo, come gli ha insegnato anche papà Hanspeter, grande cuoco, non bisogna solo mettere, ma anche togliere a volte, l'importante è l'equilibrio: “Devi togliere tante cose: dall’uscire la sera, al fare una sciata in più, all’andare al mare qualche volta. Però è molto importante farle, alla fine io ho 23 anni, quasi 24, ho fatto tante cose per essere in questa posizione e non voglio buttar via tutto. Però so anche che la vita vera è quella fuori dal campo, la vita privata, la famiglia. Alla fine l’importante è l’equilibrio giusto".
Le emozioni di Sinner: ho pianto tanto
Qualcuno quando parla di Sinner lo descrive come un robot, freddo, privo di emozioni. Jannik non è affatto così: “Andare via da casa da piccolo? Sicuramente mi ha fatto bene perché sono cresciuto molto veloce. Quando fai la spesa la prima volta, la lavatrice, devi stendere e non hai i tuoi genitori lì con te. Ho pianto tanto da piccolo, anche adesso a volte capita di piangere, perché sennò vuol dire che non senti nulla, non hai emozioni invece non è vero. Sono molto calmo quando vinco, ma quando perdo anche io ho dei momenti così, sarebbe strano altrimenti. Il comportamento in campo? Lì ho fatto grandi progressi, non tanto in quello che vedete voi, ma come mi sento io: sono molto più tranquillo, consapevole dei miei mezzi, di quello che so fare. Dove sono migliorato di più? Sicuramente dritto e servizio abbiamo fatto grandi passi, il rovescio è sempre stato forte. Il traguardo di cui vado più orgoglioso? Il numero uno, non è un risultato secco ma sono 52 settimane giocate ad altissimo livello con tanti risultati fatti".
Sinner: "Vorrei un figlio, ma non ora"
"Un figlio? Sì, ma non adesso. Perché non potrei essere il padre che vorrei. Non riuscirei ad essere il padre che vorrei. Io ho avuto un rapporto speciale con i miei genitori perché erano sempre lì. Quindi sarebbe troppo presto, ma a me piacciono molto i bimbi. “Vi prometto che lavorerò sempre tantissimo, darò tutto come ho fatto finora e poi i risultati verranno”.