Il sogno di vedere Sinner alzare lo Slam battendo in finale Alcaraz è il sogno di un paese intero. L'Italia nell'ultimo atto del Roland Garros tiferà Jannik ma la missione sarà tutt'altro che semplice. Dall'altra parte, infatti, scalpita Carlos Alcaraz, l'uomo che sulla rossa sembra essere quasi invincibile e che già a Roma ha sconfitto Sinner proprio in finale. Stavolta sarà diverso (si spera) soprattutto perché l'azzurro numero uno al mondo arriverà a questa sfida con più partite sulle gambe accumulate dopo lo stop forzato di tre mesi. Jannik sembra essere tornato l'uragano che tutti abbiamo imparato ad amare. Insomma, sarà una finale da stropicciarsi gli occhi.
Panatta e l'analisi sull'infortunio di Musetti
Ne è convinto (eccome) anche Adriano Panatta che nel corso della telefonata con il suo amico ed ex partner di doppio Paolo Bertolucci si è lasciato andare ad una previsione con brivido. Prima però, Adriano ha voluto parlare di Musetti: "Lorenzo ha giocato molto bene i primi due set contro lo spagnolo e ormai si è capito che è al livello dei primissimi. Poi purtroppo ci si sforza molto di più quando giochi contro i primissimi della classifica e quindi paghi gli sforzi e la stanchezza di tornei importanti come quelli di Madrid e Roma e ti infortuni. Nulla di grave, è tutto normale. Forse deve cambiare qualcosa nella preparazione ma capita un po’ a tutti di infortunarsi. È accaduto anche a Sinner, Alcaraz, Djokovic...".
Panatta e il dubbio (l'unico) sulla tenuta di Sinner
Panatta ha poi parlato di Sinner, pronto a sfidare in finale Alcaraz: "Non sarà semplice, e ci mancherebbe. Io ho una sola perplessità su Jannik. Fino a oggi ha giocato sempre due su tre perché anche al Roland Garros non ha mai perso un set. Questa finale invece sarà tre su cinque e c'è la seria possibilità che possa arrivare fino all'ultimo set. L’unico dubbio che ho è come reagirà sulla lunga distanza dopo questi tre mesi di stop, non avendo mai provato in precedenza una partita sulla lunga distanza. Lui non ha mai provato una situazione del genere. Forse in qualche turno precedente sarebbe stato meglio perdere un set e capire come avrebbe reagito il fisico. Forse se nella semifinale Djokovic avesse vinto quel tie break e avesse allungato la sfida al quarto set, avremmo testato il fisico di Jannik. Poco male, avremo tutte queste risposte direttamente in finale. A livello di gioco, invece, non ho alcun dubbio che si tornato lo Jannik che tutti conoscevamo. A proposito di Nole: ha perso con onore contro Sinner e non era affatto scontato. Ricordiamoci la sua età, Djokovic è un fenomeno totale", ha concluso Panatta.