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Sinner, i motivi del ko con Bublik: ecco perché non è un dramma

Il lungo stop, un avversario super e la non immediata adattabilità all’erba hanno pesato: ci sono tante attenuanti

Molto rumore per (quasi) nulla. La sconfitta, nel tennis, va messa in conto praticamente ogni settimana. Jannik Sinner ha abituato troppo bene i suoi tifosi, ma perdere contro Bublik (in stato di grazia, vincitore anche ieri su Machac) su erba non deve far gridare allo scandalo. Era da 66 match che Sinner non veniva sconfitto da un avversario fuori dalla Top 20 ATP (Lajovic a Cincinnati nell’agosto del 2023) e Bublik, sui prati, è temibile quanto un Top 10. Su erba inoltre si gioca pochissimo durante l’anno e tutti hanno bisogno un periodo di adattabilità. La preparazione atletica dei migliori, inoltre, punta ad approdare al top per lo Slam. Non a caso l’accoppiata Queen’s-Wimbledon o Halle-Wimbledon è riuscita a pochi eletti nella storia. Jannik ha fatto capire che un po’ di riposo, più fisico che mentale, è ora necessario. Senza allarmismi, ragionando sui pochissimi campanelli d’allarme che Halle ha fatto risuonare nella mente dell’azzurro e del suo team. 

Sinner, la sconfitta non è un dramma: i motivi

I momenti importanti, su erba, assumono un significato ancor più rilevante. In un match due set su tre (sarà molto diverso a Wimbledon, al meglio dei cinque) il servizio e la risposta diventano fondamentali. E Jannik, alla battuta, non ha ancora ritrovato gli automatismi (tecnici e mentali) pre-squalifica. La prima di servizio va a corrente alternata e il gioco da fondo, sollecitato da tanti punti in più da giocare (non risolti dalla battuta), ne risente. I “pressure points”, ovvero le situazioni di 30-30 e 40-40, prima erano un marchio di fabbrica di Sinner. Si tratta di un singolo match, ma è evidente che questa sconfitta abbia infastidito il numero 1. Jannik è un campione, rifiuta la sconfitta ancor prima di inseguire la vittoria; perdere è contemplato, venir meno nei momenti importanti però lo ha innervosito. Ritrovare il ritmo partita non è cosa banale. Chi pensava che Sinner sarebbe tornato dalla squalifica di tre mesi dominando in lungo e in largo deve invece fare i conti con il tennis e le sue complesse variabili. Qualche giorno di riposo non potrà che far bene a Jannik, così da arrivare a Londra con freschezza fisica e maggiore lucidità mentale.  

Sinner punta Wimbledon: evita Draper ma c'è l'incubo Bublik

Jannik arriverà a Londra con la voglia di incrementare il vantaggio su Alcaraz e su tutti gli altri inseguitori. Lo spagnolo, avendo conquistato lo Slam londinese nel 2024, al massimo potrà difendere i 2.000 punti della passata stagione; Sinner, invece, l’anno scorso si fermò ai quarti di finale contro Medvedev portandone a casa “solamente” 400. Jannik ha l’obiettivo di far tanti punti da qui al Masters 1000 di Cincinnati, da cui iniziò il clamoroso finale di stagione. Alcaraz in quel periodo, a causa della lunga crisi del secondo semestre 2024, avrà un cambiale molto leggera a cui far fronte: poco più di 1.000 punti. In vista di Wimbledon, intanto, vi è una certezza importante legata al tabellone (il sorteggio del main draw avrà luogo venerdì 27 giugno): Jack Draper, grazie alla vittoria nei quarti del Queen’s su Nakashima, si è garantito il quarto posto mondiale. Una buona notizia per Sinner e Alcaraz, che eviteranno il britannico sino alle semifinali. Il vero incubo potrebbe essere invece nuovamente Bublik (se dovesse vincere Halle entrerebbe tra le 32 teste di serie). Chiunque, a Londra, vorrà evitarlo. 

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